Depuratore, confermato il sequestro alla Reno de Medici: dipendenti di nuovo in cassa integrazione

Depuratore, confermato il sequestro alla Reno de Medici: dipendenti di nuovo in cassa integrazione
Nessun dissequestro per la cartiera Reno de Medici di Villa Santa...

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Nessun dissequestro per la cartiera Reno de Medici di Villa Santa Lucia. I sigilli all'impianto erano scattati poco più di un mese fa, lo scorso 26 luglio: quattro le persone finite sotto indagine, l'ipotesi d'accusa è quella di inquinamento ambientale. «L'azienda è certa di aver agito nel rispetto della legge nell'ottica di garantire sempre i massimi standard ambientali. Reno De Medici ribadisce la sua piena fiducia nell'operato della Magistratura e assicura totale disponibilità e massima collaborazione per fornire agli inquirenti tutti gli elementi utili per una chiara e veloce risoluzione della vicenda» avevano spiegato lo scorso mese di luglio i vertici aziendali e a seguire, nel corso di una riunione con i sindacati, avevano annunciato che era stata presentata istanza di dissequestro. In attesa di una risposta, tutti gli operai sono stati posti in cassa integrazione straordinaria. Ieri, terminato il periodo di ferie estive, sono stati attivati nuovamente gli ammortizzatori sociali per i 180 lavoratori: non è stato infatti concesso il dissequestro.

L'AUTORIZZAZIONE

La procura ha autorizzato l'azienda solamente a procedere con i lavori del cronoprogramma che erano previsti nel mese di agosto, ma la produzione resta ferma. Durante il mese di settembre, secondo quel che si apprende, è previsto un incontro in procura con i legali della cartiera di Villa Santa Lucia: l'incontro servirà a capire anche le tempistiche per la riapertura. Dagli incontri che la dirigenza aziendale ha avuto con le organizzazioni sindacali trapela però ben poco ottimismo: l'azienda avrebbe infatti spiegato ai rappresentanti dei lavoratori di non potersi permettere una lunga fermata come quella dello scorso anno quando la fabbrica restò chiusa da fine agosto a fine dicembre. Gli investimenti fatti e l'impegno con i clienti impongono al contrario di accelerare, ragion per cui se non si potrà tornare presto a produrre, non è stata esclusa l'ipotesi di un disimpegno per quel che riguarda il sito di Villa Santa Lucia. «Il disimpegno è un'ipotesi che noi dobbiamo assolutamente scongiurare» spiega Patrizia Fieri, segretaria generale della Slc-Cgil, che così come aveva già fatto il suo collega della Cisl Pasquale Legnante, si appella anche alle istituzioni territoriali ad ogni livello: dai comuni del Cassinate fino alla Provincia e alla Regione.

L'APPELLO

«La chiusura della Reno De Medici significherebbe perdere circa 300 posti di lavoro, perché oltre ai 180 dipendenti, ce ne sono un altro centinaio impiegati nelle aziende dell'indotto della cartiera. Questo - sottolinea Fieri - è un rischio che non possiamo permetterci, ragion per cui siamo pronti alla mobilitazione perché le conseguenze sociali sarebbero pesantissime". La Reno de Medici, infatti, non è l'unica vertenza che preoccupa il territorio: nell'indotto di Stellantis si prevede un lungo autunno caldo e conseguenze importanti potrebbero verificarsi anche in una multinazionale come la SkF di Cassino dove ormai da quasi un anno si procede con gli ammortizzatori sociali: nuova cassa integrazione è prevista dal 20 al 29 settembre per le tute blu dello stabilimento. La scure si abbatte anche sugli interinali: per il 50% di loro si riduce lo stipendio mensile, il loro contratto full time è stato infatti ridotto ad un part time. Sulla crisi della SkF incide molto il calo delle commesse: trattandosi di un'azienda che lavora anche per Stellantis, anche se non dipendente esclusivamente da Fca, i continui giorni di stop nel sito di Piedimonte San Germano hanno chiaramente inciso anche sull'andamento della SkF, una delle poche fabbriche del cassinate che fino al 2022 non aveva fatto mai ricorso agli ammortizzatori sociali e non si era fermata neanche durante la pandemia.

Alberto Simone
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Il Messaggero