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Ha cercato di evitarlo. Ha frenato, ma è stato inutile. L'ennesimo grave incidente dovuto ai cinghiali si è consumato ieri, verso le 10,30, lungo la strada Caragno, a Pofi. La donna che era alla guida di una Fiat 500 X con vicino il figlio di 6 anni, è andata fuori strada, ha urtato gli alberi del bosco che costeggia la strada ed è finita nella cunetta. Lei e il figlio sono stati ricoverati in ospedale in gravi condizioni. Pochi metri più avanti, il cinghiale che ha causato l'incidente, morto.
A descrivere la scena è una testimone oculare, Cristiana M. di Castro dei Volsci: «Ho visto il cinghiale uscire dal bosco ed attraversare la strada. La Fiat 500 che viaggiava verso Ceprano, ha frenato; ma l'impatto è stato violento, la donna che era alla guida ha perso il controllo dell'auto, mentre il cinghiale, ferito, ha continuato a correre per una ventina di metri. Poi si è accasciato».
La mamma trentenne e il figlio di 6 anni, entrambi di Castro dei Volsci (abitano in contrada Vallefratta) hanno riportato gravi fratture, mentre la macchina è inutilizzabile.
Poco dopo, sul posto, sono giunte due ambulanze del 118 ed i carabinieri che hanno eseguiti i rilievi di rito. «Ma sulla dinamica - ha detto il maresciallo - non ci sono dubbi».
«Sono tanti, ormai vanno in giro anche di giorno»
E così ecco che torna di attualità l'emergenza cinghiali. «L'aspetto più inquietante - osserva Giuseppe Francazi, dottore forestale esperto di gestione faunistica - è che i cinghiali cominciano ad uscire anche di giorno. In altre parole stanno cambiando le loro abitudini, perchè, fino ad ora, uscivano dai boschi o dai loro rifugi solo di notte. Evidentemente sono diventati così tanti che cominciano a dividersi il territorio. In pratica si scacciano tra di loro per proteggere la loro zona. Bisogni ricordare - aggiunge Francazi - che hanno una capacità di procreazione impressionante: 2 volte all'anno (a volte anche 3) con figliate di 6/7 cinghialotti che possono diventare anche 10/11 nel caso della razza ungherese, molto diffusa in Ciociaria».
«L'assessore regionale recentemente ha ipotizzato dei prelievi mirati, ma la verità è che ci sono frange di ambientalisti che sono contrari ad ogni forma di abbattimento.
«La presenza di cinghialotti (del peso di 10-15 chili) favorisce la discesa a valle dei lupi che trovano così cibo facile per i loro cuccioli» precisa Francazi. Non a caso, l'altra notte, un branco di lupi è stato avvistato proprio tra Castro e Pastena. «Nelle città - prosegue Francazi - il problema è ancor più evidente perchè i cinghiali ormai si avvicinano ai cassonetti dei rifiuti con estrema disinvoltura».
I sindaci chiedono contromisure
In verità qualche sindaco (come a Cassino) ha ordinato delle battute di caccia «fuori stagione», ma gli effetti sono stati minimi.
«Anche io - osserva il sindaco di Pofi, Tommaso Ciccone - ho firmato, anni fa, una ordinanza in tal senso. Ma poi non l'ho più replicata perchè chi abita vicino ai boschi ha avuto paura. I pallettoni, si sa, raggiungono lunghe distanze, per cui (se non si presta attenzione) si rischia di fare ulteriori danni».
«A questo punto - osserva il sindaco Ciccone - lancio la proposta di una conferenza dei servizi in cui tutti gli enti interessati (Regione, Provincia, Comuni) magari con l'apporto della Prefettura, decidano, tutti assieme, la strada da intraprendere. I cittadini sono esasperati e noi siamo chiamati a dare risposte concrete».
Il Messaggero