Il vertice è fissato a Palazzo Chigi per dopodomani a metà mattina. Governo e sindacati intorno a un tavolo per iniziare a delineare la riforma fiscale da realizzare...
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Fisco, il piano Gualtieri: meno tasse a 14 milioni di lavoratori. Esteso bonus 80 euro
LA TRASFORMAZIONE
Il secondo braccio dell'intervento riguarderà invece circa 9,4 milioni di lavoratori, con redditi compresi tra gli 8.200 euro ei 26.600 euro, che attualmente incassano gli 80 euro introdotti dal governo Renzi. Per loro è prevista la trasformazione del bonus in detrazione fiscale. Quali benefici incasserà questa fascia? Si parla di un aumento complessivo, nel 2020, non superiore a 50-60 euro. Vale a dire circa 10 euro aggiuntivi al mese. Che diventerebbero 20 euro a partire dal 2021. Come a dire che, a regime, un lavoratore dipendente con un reddito di 24 mila euro che, con il bonus Renzi incassa 960 euro, potrebbe raggiungere la quota 1.200 all'anno. I tecnici che lavorano sul dossier, tra l'altro, spiegano che la trasformazione del bonus Renzi in detrazione riguarderà solo i redditi più alti. Infatti tra gli 8.200 euro (al di sotto c'è l'area non fiscale) e i 15 mila euro la riforma sarebbe penalizzante per gli interessati in quanto aggiungendo le detrazioni da lavoro dipendenti per carichi familiari l'imposizione si annulla trasformando questi soggetti in incapienti impossibilitati a godere di nessuna detrazione. Un paradosso che verrà evitato. E, a proposito di incapienti, per quei 4 milioni di contributi sotto gli 8 mila euro l'anno, il taglio del cuneo fiscale non prevede alcun coinvolgimento. Il piano di lavoro prefigurato dai dem, però, non convince i 5 Stelle. Nella riforma immaginata dal Movimento gli scaglioni dell'Irpef devono essere ridotti da cinque a tre, più una no tax area che sale fino a 10 mila euro (oggi è 8 mila). L'aliquota più alta scenderebbe da 43% a 42%, quella al 41% arriverebbe al 37% e quella fino al 27% verrebbe ridotta al 23%. Costo calcolato: 4-5 miliardi; fino a mille euro l'anno i risparmi per la classe media. In questo schema verrebbero ridisegnate le fase del prelievo: 23% per redditi da 10 mila a 28 mila; 37% da 28 mila a 100 mila euro; 42% oltre i 100 mila. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero