Statali, visite fiscali trasferite dalle Asl all'Inps: il prossimo passo contro l'assenteismo

Statali, visite fiscali trasferite dalle Asl all'Inps: il prossimo passo contro l'assenteismo
La si potrebbe ribattezzare la norma anti-furbetti bis. Dopo la stretta sui cosiddetti furbetti del cartellino, quei impiegati pubblici che dopo aver strisciato il badge...

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La si potrebbe ribattezzare la norma anti-furbetti bis. Dopo la stretta sui cosiddetti furbetti del cartellino, quei impiegati pubblici che dopo aver strisciato il badge abbandonano il posto di lavoro, il Governo si prepara a punire un'altra fattispecie di fannulloni, ovvero gli statali assenteisti seriali, quelli che ad esempio si ammalano ogni lunedì o venerdì, o quelli che nei giorni festivi disertano in massa con giustificazioni varie, come era accaduto il 31 dicembre 2014 per i vigili di Roma. Il tema dei procedimenti disciplinari entrerà dunque nella riforma del lavoro pubblico, attesa per il mese di febbraio in Consiglio dei ministri, e nel futuro contratto che Governo e sindacati stanno riscrivendo dopo l'intesa raggiunta il 30 novembre scorso. La stessa riforma di febbraio, a cui il ministero di Marianna Madia lavora ormai da mesi, rivedrà le modalità di accertamento delle malattie dei lavoratori pubblici.


IL POLO UNICO
Le visite fiscali non verranno più effettuate dalle Asl ma dall'Inps, che occupandosi anche del settore privato diventerà un vero e proprio polo unico degli accertamenti. Questo passaggio comporterà controlli più severi rispetto a quelli delle aziende sanitarie, che non sempre sono riuscite a garantire una verifica capillare. Come detto, le norme per licenziare coloro che abbandonano il posto di lavoro dopo aver timbrato il cartellino già ci sono. La procedura accelerata stabilita dalla legge Madia è entrata in vigore a luglio e sta producendo i suoi primi effetti. Così come quelle sullo scarso rendimento introdotte dalla legge Brunetta, per le quali il lavoratore pubblico può essere incolpato se i suoi risultati sono scarsi e se, contemporaneamente, si è macchiato di qualche colpa, ovvero se ha violato qualche norma di legge o il contratto. Se però si assenta ogni lunedì, o in un giorno prefestivo, e ha un certificato apparentemente valido, oggi è difficile metterlo alla porta. Le norme in arrivo, dunque, sono aggiuntive rispetto a quelle già in vigore e saranno circoscritte alle assenze particolari e anomale. Nel Testo unico del pubblico impiego sarà introdotta la norma di carattere generale. Una regola di principio che riprenderà quanto previsto dalla legge delega Madia del 2015, con cui il Parlamento ha delegato il Governo a legiferare sulla materia. Il come applicare la stretta sarà invece oggetto del nuovo contratto.

LE MODALITÀ

Lì saranno delineate le modalità di accertamento, i giorni anomali (probabilmente quelli di inizio e fine settimana) e la sanzione, che potrà tramutarsi per i casi più gravi nel licenziamento. Allo stesso tempo, come detto, il Governo modificherà radicalmente il sistema delle visite fiscali. L'obiettivo è di evitare quanto successo la notte di San Silvestro del 2014, quando tra i vigili del Campidoglio si registrarono l'83,5% di assenze dell'ultima ora. Le motivazioni? Malattia e donazione del sangue. Inps, che già si occupa dei controlli dei dipendenti delle aziende private, allargherà quindi il suo raggio d'azione occupandosi anche del pubblico impiego. Le visite fiscali saranno più capillari e severe, in modo tale da cogliere sul fatto chi si finge malato. Per garantire i nuovi controlli il Governo assegnerà risorse all'Inps, almeno 30 milioni di euro, che saranno recuperate da quelle destinate ora alle Asl per questo compito. L'Istituto, a sua volta, le utilizzerà per incrementare il numero di medici addetti alle visite, pescando tra quelli che attualmente lavorano nel settore privato.

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Il Messaggero