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A Fontana di Trevi e nelle vie del centro la folla delle scorse settimane si è dileguata. Le comitive di turisti stranieri a poco a poco stanno scomparendo. Gli operatori del settore già suonano il campanello d’allarme. Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma parla di «estrema preoccupazione». Ci aspettiamo, dice, «una vera e propria dèbacle.» Con la nuova ordinanza secondo Roscioli, «l’Italia stende nei fatti un tappeto rosso verso altre destinazioni turistiche concorrenti». Linea confermata anche dal presidente nazionale Bernabò Bocca. «Se l’Italia», dice, «è il Paese messo meglio in Europa, come mai dopo due giorni arriva un’ordinanza che non ha pari negli altri Paesi e che impone le regole più rigide d’Europa?».
Domande che rimbalzano nelle felpate aule del Senato, dove governo e maggioranza faticano ancora a trovare un’intesa sulla manovra finanziaria. Da giorni il governo ha promesso di depositare i suoi emendamenti nella Commissione bilancio, ma i testi tardano ad arrivare e i lavori sono di fatto bloccati. Ieri è stata un’ennesima lunghissima giornata di riunioni che almeno qualche novità ha prodotto. Proprio per rispondere ai settori che saranno più colpiti dall’estensione di tre mesi dello stato di emergenza e dalle nuove restrizioni ai viaggi, il governo ha deciso di creare un Fondo per l’emergenza Covid che possa coprire il primo trimestre del prossimo anno e iniziare a dare qualche sollievo alle imprese e ai lavoratori. I soldi però, non sono molti. La dote per adesso è di 150 milioni. Fondi che andranno divisi tra il turismo, i lavoratori dello spettacolo e il settore dell’auto, con degli aiuti alle concessionarie che assorbirebbero quasi un terzo delle risorse. Già qualcuno in Parlamento inizia a parlare della necessità di un nuovo provvedimento di aiuti ben più consistente da varare tra gennaio e febbraio.
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Il segnale
Segno che l’emergenza non è finita e anche le misure di sostegno che il governo Draghi ha cercato in tutti i modi di lasciarsi alle spalle, saranno ancora necessarie: dalla cassa integrazione Covid ai fondi per pagare tramite l’Inps gli stipendi ai lavoratori in quarantena che non possono operare da remoto.
L’accordo
E c’è da risolvere la questione dei Superbonus. Tutti i partiti sono d’accordo a eliminare il tetto Isee di 25 mila euro sulle villette. Ma il Tesoro frena per l’impennata che il costo della misura avrebbe tra il 2024 e il 2025. Così come c’è una forte spinta a prorogare per altri sei mesi il bonus facciate al 90 per cento. O, in alternativa, a mantenerlo per l’intero anno ma con una percentuale ridotta al 70 per cento. Al Tesoro si sta lavorando anche a una revisione della normativa del Patent box. Si andrebbe verso incentivi come il credito di imposta per le imprese che fanno sperimentazione e innovazione. Non sarà invece più prevista la formula dello sconto sul reddito derivante dall’uso dei brevetti: al posto di questo sistema viene introdotto un credito d’imposta, rivalutato anche sugli anni precedenti (fra le ipotesi anche con percentuali del 100% o del 150%). Per i brevetti finalizzati alla produzione, e non più per i brevetti in generale. Molte richieste, insomma, ma poche risorse. Un’equazione difficile da risolvere.
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Il Messaggero