Nuova Irpef e pensioni, nel 2022 tra rivalutazione e riforma guadagni fino a 1400 euro

Avvantaggiati coloro che hanno un reddito annuo superiore ai 15 mila euro

Pensioni, nel 2022 tra rivalutazione e nuova Irpef guadagni fino a 1400 euro
I pensionati beneficeranno di un "bonus" da 1400 euro il prossimo anno, tra rivalutazione degli assegni e riforma dell'Irpef. I vantaggi, dunque, non ci saranno solo...

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I pensionati beneficeranno di un "bonus" da 1400 euro il prossimo anno, tra rivalutazione degli assegni e riforma dell'Irpef. I vantaggi, dunque, non ci saranno solo per le famiglie con figli minorenni o entro i 21 anni se studenti o occupati in lavoretti. Anche nonni e nonne avranno in tasca una bella cifra: circa 117 euro in più ogni mese, proprio per l'effetto combinato delle aliquote e della perequazione. Saranno avvantaggiati coloro che hanno un reddito annuo superiore ai 15 mila euro. Inoltre la curva delle detrazioni sarà rivista per tutte le categorie di contribuenti: per chi è in pensione ciò dovrebbe significare un incremento della soglia di esenzione al di sotto della quale l’imposta non è dovuta. Attualmente è fissata a circa 8.130 euro e potrebbe salire fino a circa 8.500. Ecco chi ci guadagnerà di più.

 

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Pensioni, gli aumenti nel 2022

Il tasso di rivalutazione delle pensioni in essere per il prossimo anno sarà vicino al 2%, vista la fiammata di inflazione degli ultimi mesi. Per il 2021 invece gli importi degli assegni non erano stati adeguati, vista l’inflazione nulla dell’anno precedente. Stavolta comunque la perequazione delle pensioni (questo il nome ufficiale della procedura) potrà sfruttare un meccanismo più vantaggioso: l’incremento viene applicato totalmente sulla fascia di pensione che arriva a 4 volte il minimo Inps (ovvero a circa 26.800 euro l’anno) al 90 per cento sulla fascia che va da 4 a 5 volte e al 75% oltre le 5 volte, ovvero circa 33.500 euro l’anno. In precedenza invece la decurtazione dell’aumento si applicava sull’intero importo, in base al livello di reddito e dunque risultava più penalizzante.

 

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I nuovi trattamenti previdenziali, che l’Inps ricalcolerà prima della fine dell’anno, beneficeranno poi della prevista riduzione delle aliquote Irpef: la prima resta invariata al 23 per cento, quella del 27 per cento dai 15 mila ai 28 mila euro scende al 25, quella successiva del 38 scende al 35 applicandosi fino a 50 mila euro, soglia oltre la quale scatta il prelievo del 43 per cento.

 

Gli effetti complessivi

I due benefici si vanno così a sommare, crescendo gradualmente: fino a quota 15mila ci sono solo gli effetti della rivalutazione (circa 200 euro al massimo) poi il risparmio cresce gradualmente sfruttando il calo delle aliquote e arrivando a circa 1.400 euro per un reddito da pensione intorno ai 50 mila euro. Poi la componente legata alla revisione dell’Irpef si affievolisce fino a ridursi all’importo fisso di 270 euro, mentre la rivalutazione anche se non più piena continua ad operare in proporzione alla pensione.

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Il Messaggero