Boccia: «Economia in frenata, c'è il rischio recessione»

Manovra, Boccia (Confindustria): rivederla o si rischia di tornare alla crisi
Il Governo mostri «buon senso e pragmatismo» e metta mano alla manovra, riequilibrandola. Perché «con il Pil in calo e l'economia in frenata, il...

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Il Governo mostri «buon senso e pragmatismo» e metta mano alla manovra, riequilibrandola. Perché «con il Pil in calo e l'economia in frenata, il rischio» di una recessione «c'è» e lo spettro di una ricaduta nella «crisi» torna ad affacciarsi. 


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A sferzare l'Esecutivo, spingendo l'acceleratore sul pedale della «crescita» è il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che invita Palazzo Chigi a muoversi per dare nuova linfa al Paese. Quella stessa linfa, argomenta il vicepremier, Luigi Di Maio, asciugata «dall'ultimo Governo del Pd», reo di avere varato «una manovra insipida». 

 
Sul fronte economico, avverte il leader degli industriali intervenuto ad un convegno di Piccola Industria a Bologna, «la situazione è delicata» e, archiviato un terzo trimestre dell'anno con un rallentamento del prodotto interno lordo e una crescita della disoccupazione, «potremmo ritornare alla crisi. I dati ci dicono che ci stiamo avviando ad una fase di decrescita che tutto è tranne che felice: non so chi fa felice questa decrescita, noi no». Per questo, attacca Boccia, «speriamo che il Governo recuperi buon senso e pragmatismo e oltre ai fini elettoralistici del contratto», siglato da Lega e Movimento 5 Stelle «si ponga i fini della crescita che sono fini di interesse nazionale».

E quindi, visto che a suo dire «i risultati iniziali non fanno ben sperare, la manovra è da riequilibrare: è fatta per oltre due terzi di elementi espansivi che riguardano alcune categorie e pochissimo la crescita». Stella polare, a giudizio di Boccia, che dovrebbe indirizzare gli sforzi di chi guida il Paese. «Siamo ancora in tempo per correggere la manovra», argomenta, e l'apertura di un dialogo tra Italia e Ue «è sicuramente un buon segnale» anche se «il nostro punto di vista va oltre. Il punto non è tanto lo sforamento che il Governo ha deciso e, quindi, la trattativa che sarà in atto con la Commissione Europea: il punto è se queste risorse sono usate per la crescita o meno».


In attesa di vedere l'impatto della finanziaria sull'economia reale, dal versante del Governo, arrivano le parole del vicepresidente del Consiglio, Di Maio secondo cui «è logico che l'economia si fermi se l'ultimo governo del Pd ha fatto una manovra insipida che non aveva alcun investimento». Diversamente, assicura, da quanto disegnato dall'Esecutivo giallo-verde nella manovra in cui ci saranno, tra le altre misure «l'Ires al 15% per tutte le imprese che investono o assumono, sgravi fiscali per Industria 4.0». Il tutto in un quadro internazionale, chiosa il vicepremier, che vedrà l'Italia trattare con l'Ue su manovra e rapporto deficit-Pil al 2% «senza tradire gli italiani».
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Il Messaggero