Poche dichiarazioni. Rarissime interviste. Qualche intervento in Parlamento. Da quando il governo gialloverde ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio...
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I PUNTI
Così come nel documento di Savona sarebbero presenti altri due temi da sempre portati avanti dall’economista sardo. Il primo riguarda la necessità di dotare la Banca Centrale europea di uno statuto simile a quello delle altre banche centrali. La Bce, dunque, deve poter fare da prestatore di ultima istanza e deve poter manovrare la leva del cambio.
IL MOTORE
Anche perché se un motore della crescita sono le costruzioni, l’altro sono le esportazioni. Se la Bce non ha possibilità di intervenire sul cambio, la crescita economica dell’Euroarea rischia di essere «determinata» da scelte che accadono fuori dal vecchio continente. Un’altra proposta ricorrente di Savona è la creazione di una scuola europea di ogni ordine e grado, che abbia insegnamenti comuni ma lasci anche spazio alle diversità nazionali. Un passaggio questo necessario a creare un’unione politica dove i cittadini di tutti i Paesi hanno pari diritti e pari doveri.
Insomma, se fino ad oggi l’immagine di Savona è stata accostata ad un ipotetico «Piano B» per l’uscita dall’euro, quello che sarà ufficializzato nei prossimi giorni potrebbe essere chiamato il «Piano A». Che forse guarda più alla prossima Commissione che a quella attuale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero