(Teleborsa) - "Rinviare la riapertura al primo giugno significa morte della ristorazione". Questo il commento di Federcuochi suile nuove date stabilite dal Governo per la Fase 2...
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La fotografia della situazione è a dir poco allarmante: "Riceviamo ogni giorno il grido d'aiuto dei nostri associati, tra loro ci sono famiglie intere impegnate nei ristoranti o nei catering rimaste senza lavoro e senza soldi, 400mila lavoratori stagionali sono restati a casa senza alcuna prospettiva di guadagno per l'anno in corso. Gli affitti continuano ad essere pretesi dai proprietari dei locali, le tasse finora sospese a breve verranno comunque pretese dallo Stato mentre nessuna certezza ci è stata fornita per il futuro: è stata concessa la cassa integrazione ma i fondi non sono ancora arrivati, così come i tanto promessi aiuti economici alle imprese".
Oltre alle previste mascherine, abbiamo inviato molte proposte per la ripresa delle attività di ristorazione in totale sicurezza - prosegue Federcuochi - dai moduli in plexiglass sui tavoli alle cloche in carta riciclabile per i piatti in arrivo dalle cucine, dall'ingresso con autodichiarazione per familiari e conviventi alle custodie biodegradabili per tovaglioli, posate e pane dei vari coperti. Malgrado ciò siamo rimasti inascoltati. Chiediamo che venga imposta la sospensione o almeno la riduzione degli affitti per i mesi di inattività, così come il rinvio e la riduzione dei versamenti delle imposte, di trovare insieme e presto le soluzioni più efficaci per non far collassare ristorazione e ospitalita'. Altrimenti - conclude - al rischio emergenza sanitaria si aggiungerà la certezza della tragedia economica". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero