Brexit, Parlamento britannico boccia iter sprint del Premier Johnson

Brexit, Parlamento britannico boccia iter sprint del Premier Johnson
(Teleborsa) - La Brexit rischia una proroga di tre mesi ed il Regno Unito si avvia verso elezioni anticipate entro Natale. E' questo l'esito della infuocata giornata a...

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(Teleborsa) - La Brexit rischia una proroga di tre mesi ed il Regno Unito si avvia verso elezioni anticipate entro Natale. E' questo l'esito della infuocata giornata a Westminster, dove la Camera dei Comuni ha bocciato la mozione che imponeva un iter sprint per l'approvazione entro 3 giorni del pacchetto di leggi attuative della Brexit, il Withdrawal Agreement Bill. Una procedura veloce che avrebbe certamente assicurato il divorzio entro il 31 ottobre, come stabilito.


Con il no alla mozione, si apre la strada all'approvazione del Benn Act, meglio conosciuta come legge anti no-deal, che prevede altri tre mesi di proroga, sino a gennaio 2020. In sostanza, l'esito peggiore per Johnson, che resta fermo sulla sua posizione: Brexit entro il 31 ottobre o si va alle elezioni.

"Non permetterò in alcun modo di andare oltre", ha detto Johnson alla Camera dei Comuni, aggiungendo "se il Parlamento rifiuta di permettere che la Brexit accada e decide di ritardare tutto fino a gennaio, o forse più a lungo, il governo non lo accetterà. Con grande rammarico, annuncio che il disegno di legge dovrà essere ritirato e dovremo andare alle elezioni generali". Elezioni che il Premier vede sempre più probabili e si prepara ad affrontare con uno slogan molto eloquente: "Get Brexit Done".

"Comunque usciremo dall'UE e usciremo con questo accordo", ha avvertito Johnson, mettendo in stand by l'approvazione della legge e chiarendo che Londra non negozierà una proroga e spetterà a Bruxelles, semmai, prendere la decisione su un eventuale slittamento dei tempi sino a gennaio.

Una ipotesi che non piace affatto al Presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, che afferma: "Seguiamo molto da vicino gli eventi a Westminster e non è possibile o immaginabile che il Parlamento europeo ratifichi l'accordo prima di Westminster: quindi, prima Londra, poi Bruxelles e Strasburgo".


Il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, invece, parla di "situazione molto complessa" ed aggiunge "dovremo essere pronti a qualsiasi scenario ma una cosa deve essere chiara: un recesso senza accordo non sarà mai una nostra decisione".


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Il Messaggero