(Teleborsa) - Nonostante gli aerei fossero tornati a volare da qualche settimana, la vicenda del 737 Max non era ancora finita per Boeing. La principale azienda statunitense...
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La decisione, arrivata dopo un'inchiesta durata quasi due anni, prevede sia una multa vera e propria di 243 milioni di dollari per truffa e associazione a delinquere, sia un risarcimento di 2,2 miliardi di dollari alle famiglie delle 346 persone morte durante gli incidenti aerei. I funzionari di Boeing hanno scelto "la via del profitto rispetto anziché quella della trasparenza nascondendo informazioni determinanti" alla Federal Aviation Administration (FAA), la principale autorità di regolamentazione delle compagnie aeree degli Stati Uniti, ha scritto in un comunicato David Burns, viceprocuratore generale del Dipartimento di giustizia. Burns ha aggiunto che la compagnia si è anche impegnata "in uno sforzo per nascondere il proprio inganno".
Boeing aveva già ammesso che due suoi dipendenti avevano ingannato i regolatori sulla sicurezza del software di prevenzione dello stallo MCAS del 737 Max, implicato in entrambi gli incidenti. In un comunicato, la società ha incolpato ancora una volta i suoi ex dipendenti: "l'accordo si basa sulla condotta di due ex dipendenti Boeing e sulla loro intenzionale omissione di informare il FAA Aircraft Evaluation Group (AEG), il gruppo all'interno della FAA responsabile dellla supervisione dell'addestramento dei piloti, sulle modifiche al MCAS".
"Credo fermamente che entrare in questa risoluzione sia la cosa giusta da fare per noi, un passo che riconosce adeguatamente come non siamo stati all'altezza dei nostri valori e aspettative", ha affermato David Calhoun, presidente e amministratore delegato di Boeing. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero