Iccrea Banca, la strategia di crescita in Friuli Venezia Giulia

Iccrea Banca, la strategia di crescita in Friuli Venezia Giulia
Vogliamo poter decidere come allocare alcuni fattori produttivi, come i servizi da esternalizzare o quando far convergere il sistema informatico, e non condividere le scelte con...

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Vogliamo poter decidere come allocare alcuni fattori produttivi, come i servizi da esternalizzare o quando far convergere il sistema informatico, e non condividere le scelte con altri soci che possono avere visioni diverse». Mauro Pastore, da due anni dg di Iccrea Banca, spiega le ragioni della proposta di acquisto alla Regione Friuli Venezia Giulia del 47% di Banca Mediocredito del Friuli Venezia Giulia (MCFVG) di cui la holding cooperativa romana ha già il 51%. La banca corporate regionale è formalmente entrata nel perimetro diretto del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea nel luglio del 2018. Oggi, MCFVG rappresenta un tassello strategico dell’azione del Gruppo Iccrea a beneficio delle piccole e medie imprese della regione e a supporto delle quattro Bcc del Friuli Venezia Giulia aderenti al Gruppo Iccrea. L’interesse di quest’ultimo a un confronto con la Regione si è concretizzato anche al fine di individuare un percorso che dia un ulteriore slancio alla banca.

L’OPZIONE ESTERNA

Questa nuova operazione è la riprova dell’attivismo del gruppo Iccrea nell’area, dove già può contare sulla presenza di oltre 40 Bcc nel Nord Italia, di cui oltre 10 nel Nord-Est. «L’operazione Mediocredito Friuli Venezia Giulia ricalca quanto abbiamo già fatto con altre controllate», continua Pastore, «come Bcc credito al consumo e Bcc risparmio e previdenza di cui abbiamo ricomprato le minorities: preferiamo accentrare il controllo totale che ci consente di fare tutte le azioni strategiche». Per quanto riguarda l’esterno, qualora si decidesse di procedere, l’unica opzione di crescita sarebbe indirizzata verso una possibile integrazione con Ccb, l’altra holding che raggruppa circa 70 banche rispetto alle 130 associate a Iccrea. «Abbiamo fatto ragionamenti industriali di opportunità, ma saranno i soci a decidere: potrebbero farlo in vista del rinnovo delle cariche sociali a giugno 2022, si vedranno per definire le efficienze stand alone o meno». Sulla scelta peseranno naturalmente anche le poltrone.

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Il Messaggero