ROMA Da compagnia sexy e a cinque stelle, almeno nelle intenzioni di Etihad, ad azienda sull'orlo del fallimento in mano allo Stato che la tiene in vita con un prestito da 600...
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I tre potranno contare su un finanziamento ponte del Tesoro da 600 milioni (100 più del previsto) che servirà a coprire i costi di gestione per pagare gli stipendi e tenere in volo gli aerei. Un prestito a condizioni di mercato - ha aggiunto Calenda - che dovrà essere restituito è che non è l'anticamera della nazionalizzazione. Del resto - ha spiegato il ministro - mettere a terra tutti gli aerei, l'alternativa al prestito, sarebbe costata molto di più. Insomma, l'esecutivo è stato coerente prima e dopo il no al referendum.
La sfida, oltre a difendere lavoratori e viaggiatori, è anche quella di chiudere l'operazione di salvataggio in poco tempo, evitando da un lato la fuga dei passeggeri e il tracollo delle prenotazioni (sono oltre 4,9 milioni quelle in piedi), dall'altro la melina dei possibili acquirenti che, sapendo bene le condizioni di difficoltà dell'azienda, non spingeranno di certo per accelerare.
Il Messaggero