Nonostante gli scontri di questi giorni, c'è una cosa sulla quale Matteo Renzi e il Movimento 5 Stelle sembrano andare abbastanza d'accordo: l'idea che...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In campo più strettamente economico quest'idea corrisponde e si accompagna alla convinzione - trasversalmente diffusa - secondo la quale la pesantissima crisi vissuta dal nostro Paese sarebbe essenzialmente colpa di qualcun altro. Oltre alla politica e alla burocrazia, la Ue ottusa, la Germania prepotente, il fisco rapace, le banche cattive e così via. I buoni sono invece le piccole e medie imprese, le famiglie, i cittadini in generale.Si tratta di un'analisi che per quanto possa suonare consolante contiene qualche incoerenza e trascura fattori importanti.
Intanto non è così facile separare i ruoli. I politici sono stati scelti dai cittadini, seppur con una pessima legge elettorale (i partiti, quanto meno, hanno ricevuto i voti); la burocrazia è fatta di anch'essa di cittadini che applicano con più o meno scrupolo norme fatte dai politici, a volte su richiesta o pressione di altri cittadini. Sul piano economico è ovvio che un alto carico fiscale e la difficoltà del credito sono di ostacolo alla crescita, ma da noi ci sono anche altri problemi. Brutalmente: siamo un Paese vecchio, ignorante e meno aperto di altri all'innovazione: questi elementi di fatto, non piacevoli da ammettere, coesistono con altri che giustamente ricordiamo più volentieri: il talento, il gusto, la tradizione. Quel che ne risulta è l'Italia di oggi: le apparenti contraddizioni sono diffuse più o meno a tutti i livelli della vita civile, sociale ed economica. Difficile dire se qualcuno è più avanti.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero