Corri Italia, corri
di Luca Cifoni

Renzi e M5S, siamo sicuri che il Paese è avanti?

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Giovedì 27 Febbraio 2014, 19:55
Nonostante gli scontri di questi giorni, c'è una cosa sulla quale Matteo Renzi e il Movimento 5 Stelle sembrano andare abbastanza d'accordo: l'idea che "l'Italia fuori dai Palazzi", un'Italia "viva, brillante e curiosa" (virgolettati tratti dall'intervento del premier al Senato) sia "avanti" rispetto alla politica. I rappresentanti del M5S si esprimono in modo decisamente più vivace promettendo di liberare quanto prima gli italiani dall'oppressione, ma il concetto è più o meno o stesso. Il Paese insomma sarebbe bloccato dalla politica inconcludente o spesso disonesta (Renzi magari salva quella locale, fatta dai sindaci) e da una burocrazia insensata e asfissiante: se non fosse per questo, come correrebbe! Si tratta solo di togliere il tappo.

In campo più strettamente economico quest'idea corrisponde e si accompagna alla convinzione - trasversalmente diffusa - secondo la quale la pesantissima crisi vissuta dal nostro Paese sarebbe essenzialmente colpa di qualcun altro. Oltre alla politica e alla burocrazia, la Ue ottusa, la Germania prepotente, il fisco rapace, le banche cattive e così via. I buoni sono invece le piccole e medie imprese, le famiglie, i cittadini in generale.Si tratta di un'analisi che per quanto possa suonare consolante contiene qualche incoerenza e trascura fattori importanti.

Intanto non è così facile separare i ruoli. I politici sono stati scelti dai cittadini, seppur con una pessima legge elettorale (i partiti, quanto meno, hanno ricevuto i voti); la burocrazia è fatta di anch'essa di cittadini che applicano con più o meno scrupolo norme fatte dai politici, a volte su richiesta o pressione di altri cittadini. Sul piano economico è ovvio che un alto carico fiscale e la difficoltà del credito sono di ostacolo alla crescita, ma da noi ci sono anche altri problemi. Brutalmente: siamo un Paese vecchio, ignorante e meno aperto di altri all'innovazione: questi elementi di fatto, non piacevoli da ammettere, coesistono con altri che giustamente ricordiamo più volentieri: il talento, il gusto, la tradizione. Quel che ne risulta è l'Italia di oggi: le apparenti contraddizioni sono diffuse più o meno a tutti i livelli della vita civile, sociale ed economica. Difficile dire se qualcuno è più avanti.
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