Piaggio, una favola lunga 130 anni fra tradizione e innovazione

Piaggio, una favola lunga 130 anni fra tradizione e innovazione
Un flash della recente storia italiana attraverso la storia della Piaggio. Al pari di altre grandi aziende come Fiat e Pirelli, la società di Pontedera ha legato la sua...

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Un flash della recente storia italiana attraverso la storia della Piaggio. Al pari di altre grandi aziende come Fiat e Pirelli, la società di Pontedera ha legato la sua evoluzione e i suoi successi alle vicende e al progresso del Belpaese. Un percorso che si è spinto anche all’estero permettendo al marchio di diventare uno dei simboli del made in Italy nel mondo. Il prestigioso gruppo ha festeggiato ieri a Milano i 130 anni presentando al Teatro Vetra il libro “FuturPiaggio - 6 lezioni italiane sulla mobilità e sulla vita”.


L’opera (336 pagine in tiratura limitata e numerata) si ispira al libro futurista imbullonato di Fortunato Depero del 1927 diventato un esempio di storia editoriale ed è firmata da Jeffrey Schnapp, professore di Harvard e amministratore delegato di Piaggio Fast Forward. All’evento erano presenti il presidente del gruppo Roberto Colaninno e Stefano Belisari, in arte Elio, da sempre grande appassionato dei più classici veicoli Piaggio. Il numero uno dell’azienda nel suo intervento ha ribadito i concetti scritti nella prefazione del libro: «Piaggio è nata nel clima fecondo dell’industrializzazione del nostro paese diventandone subito uno dei grandi attori.

Le aziende come gli organismi viventi hanno un loro codice genetico, un intimo carattere che ne segna l’esistenza, ne guida le azioni e ne decide il destino. Piaggio ha basato la sua storia e il suo successo sull’amore per l’innovazione, sulla capacità di immaginare un futuro invisibile agli altri, di comprendere e soddisfare i bisogni delle genti in ogni parte del globo. Lo ha fatto per 130 anni e lo farà ancora». Il Presidente ha ricordato la Vespa, una delle invenzioni che hanno cambiato il pianeta, il più famoso di tutti gli scooter prodotto in oltre 18 milioni di esemplari, un protagonista fondamentale che ha dato un contributo fondamentale a far diventare Piaggio il leader del mercato europeo delle due ruote con una quota complessiva del 15,5% e del 25,4% nel settore degli scooter.

Ma che ha anche spinto il costruttore italiano in mercati lontani come l’India, il Vietnam, la Thailandia, gli Stati Uniti ed ora la Cina. L’orgoglio della tradizione è un asset dal valore incomparabile così come i 104 titoli mondiali vinti da Aprilia, Moto Guzzi, Gilera e Derby danno un lustro unico. Ma lo sguardo, come sottolinea il libro, è sempre proiettato al futuro poiché nuove invenzioni sono sempre dietro l’angolo. Nelle scorse settimane sono stati presentati a Boston Gita e Kilo, due veicoli intelligenti a guida autonoma in grado di migliorare la qualità della vita delle persone perché in grado di trasportare tante cose.


Ma gli oltre seimila dipendenti della Piaggio, che lo scorso anno ha fatturato 1,3 miliardi con un risultato operativo di 60 milioni, sono al lavoro anche sulla Vespa elettrica che arriverà all’inizio del prossimo anno. «No, non la venderemo in Cina. In quel grande mercato i veicoli ecologici avranno un notevole sviluppo e noi ci saremo, stiamo pensando ad un mezzo con tecnologia e costi adeguati a soddisfare le necessità di quei clienti», ha concluso Colaninno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero