«È morta tra le mie braccia. Una cosa assurda pensare che era Ester». Parla Piergiorgio Casaccia, il medico del pronto soccorso di Sant'Omero intervenuto...
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«Ero in servizio mi hanno avvisato e sono corso. Ho trovato questa persona a terra riversa in una pozza di sangue. Quando sono arrivato non aveva più polso. Ho cercato di capire se potevo fare qualcosa. Ma era chiaro che non c'era più nulla da fare», racconta Casaccia ai cronisti.
«È passato un altro collega. Abbiamo coperto il cadavere. Non l'avevo riconosciuta. Poi quando sono arrivati i carabinieri, hanno visto i documenti e hanno chiesto se lavorava all'ospedale, a quel punto ho capito che era Ester. Intorno c'erano evidenti segni di colluttazione, c'erano due borse in terra, il cellulare. Una cosa assurda. Poi c'è stata solo disperazione e pianto. Perché, chi, chi può volere del male a Ester?», si chiede il soccorritore. «Una persona stupenda che ha aiutato tutti i pazienti, anche di notte. C'è sempre stata per tutti. Tra le mie mani ha fatto gli ultimi respiri. Una cosa assurda pensare che era Ester». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero