Vigili del fuoco allo stremo
A rischio la sede di Gradoli

Vigili del fuoco allo stremo A rischio la sede di Gradoli
di Massimo Chiaravalli
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Sabato 27 Luglio 2013, 21:09 - Ultimo aggiornamento: 21:10
VITERBO - Fino al 30 settembre vietato accendere fuochi a meno di 200 metri dai boschi.

Anche perché i vigili del fuoco sono allo stremo e non è detto che riescano a tamponare tutto. «La situazione è vergognosa, abbiamo carenza di personale e non ce la facciamo più: se arriviamo in ritardo la colpa è dei governi»: a lanciare l’allarme sono il segretario regionale e quello provinciale della Fns Cisl, rispettivamente Nazzareno Leoni e Paolo Bonifazi.



Il sindaco Leonardo Michelini ha emesso l’ordinanza per limitare i rischi di incendio. E alla luce di quanto dicono i vigili del fuoco c’è da seguirla alla lettera. Lo stato dell’arte nel Lazio è sovrapponibile a quello di Viterbo: Leoni, che è di Ronciglione, lo conferma.



«Non abbiamo più personale per dare sicurezza alla collettività. Non possiamo garantirla – spiega - né in termini di uomini, né di mezzi, fermi in officina senza che ci siano i soldi per ripararli. Siamo allo sbando, il personale è stanco e stressato. Stesso discorso nella Tuscia, dove col problema del distaccamento di Gradoli le cose rischiano pure di peggiorare».



Bonifazi riparte esattamente da dove ha chiuso Leoni. «La situazione – commenta il segretario provinciale della Fns Cisl – è estremamente critica. Dovremmo avere 12 caporeparto e invece ce n’è solo uno, invece dei 40 caposquadra necessari siamo appena in 23. A Viterbo avevamo 2 squadre, prima e seconda partenza, ma di fatto ce n’è una in meno. Poi Gradoli è a rischio: mancando i caposquadra, per coprire la sede centrale verrà chiusa».



In mezzo a un quadro critico, c’è un barlume di positività. «Ci hanno dato qualche fondo per gli straordinari – spiega ancora Bonifazi – e ora stiamo tamponando così, ma non sono fondi illimitati e ce li pagano anche dopo un anno». Comunque mettono sotto la massima pressione i vigili del fuoco operativi, per cui «potrebbe venir meno la lucidità. È una situazione che ci portiamo dietro dallo scorso autunno, che con l’estate si amplifica. Queste carenze stanno mettendo in ginocchio il comando. Da due anni andiamo sempre peggio, così perdiamo entusiasmo e motivazione». E la politica? «Non se ne preoccupa».
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