«Meglio non commentare, bisogna prima vedere le carte: la questione è troppo delicata». La cautela è al livello massimo, la voglia di parlarne pressoché nulla. La notizia del ricorso al Tar delle Terme dei Papi contro il Comune, con annessa una richiesta di risarcimento danni record di 36 milioni, ha colto tutti di sorpresa. Tutti tranne l’amministrazione, cui è stata notificata il 21 dicembre scorso, oltre 4 mesi fa. E da cui non è arrivata alcuna reazione. Ma se ne parlerà presto: in aula, nella sala d’Ercole. «Già con un’interrogazione giovedì prossimo, ma sono pronto a chiedere le firme per un consiglio straordinario», assicura il capogruppo del Pd, Alvaro Ricci.
Diversi consiglieri sono stati interpellati da Il Messaggero, ma tutti hanno preferito la prudenza. «Perché questa è una bomba a orologeria», si è lasciato sfuggire qualcuno.
La famiglia Sensi, che gestisce l’impianto comunale, ha calcolato i danni al fatturato subiti dalla delibera del 2014 con la quale gli è stata dimezzata la portata di acqua termale. «Non sappiamo le posizioni che il Comune sta tenendo su questo problema. La prima cosa da fare - continua il dem - è informare il consiglio, far vedere gli atti, i provvedimenti in corso, anche alla luce delle sentenze del Consiglio di Stato, che rivede le posizioni assunte con la delibera del 2014. Invece niente, come con Colle Verde, con un contenzioso importante in cui sono stati richiesti pareri di cui non sappiamo nulla. Potrei continuare con i derivati, su cui siamo completamente all’oscuro, così come le ex Terme Inps».
Queste le prossime mosse. «Se la sindaca non provvede immediatamente a informarci al di là del merito, su cui non mi pronuncio perché non conosco le carte, chiederò le firme per un consiglio straordinario su questo tema. E comunque giovedì - conclude Ricci - sarà oggetto della mia prima interrogazione».