La sera del 3 settembre, di qualche anno fa, il ragazzo, completamente ubriaco, si sarebbe accoltellato a una coscia con un coltello da cucina. L’uomo da poco aveva perso la fidanzata e non riusciva a farsene una ragione. Gli amici lo hanno soccorso per evitare che si dissanguasse e accompagnato al pronto soccorso. Il 40enne avrebbe poi raccontato che la lunga ferita gliela avrebbe inflitta un amico. Amico che lo avrebbe anche picchiato. L’uomo però invece di finire a processo come vittima, è finito alla sbarra come imputato con l’accusa di calunnia.
Ieri mattina la giudice Silvia Mattei lo ha però assolto. Il pm aveva chiesto un anno e mezzo di condanna, mentre l’avvocato della difesa l’assoluzione: «Tutti i testimoni che abbiamo ascoltato – ha spiegato il legale – hanno fornito versioni diverse dell’accaduto. Non c’è quindi nessuna prova certa».
Durante il dibattimento, infatti, hanno parlato diversi amici dell’imputato. Da quelli che si trovavano in casa con lui la sera dell’incidenti a quello che poi lui avrebbe accusato. «Nessuno lo ha aggredito, nessuno lo ha picchiato – ha raccontato in aula uno dei testimone che ha partecipato alla scena – siamo intervenuti solo per bloccarlo, perché mica volevamo che si ammazzasse. Viveva un periodo estremamente difficile della sua vita: era innamorato di una donna che pare lo respingesse. Voleva stare con lei ad ogni costo. Si era depresso per amore».
Parole diverse sono arrivate dal rivale in amore che all’ultima udienza ha specificato: «Non ho conficcato nessun coltello. E’ vero solo che in quel periodo avevo una storia con la sua ex».
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