Accusa il prof di violenza sadomaso, ma non è vero. Studentessa assolta dal reato di calunnia

Accusa il prof di violenza sessuale, ma non è vero. Studentessa assolta dall'accusa di calunnia. Nella foto il Tribunale di Teramo
di Teodora Poeta
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Giovedì 19 Ottobre 2023, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 07:49

Ha rischiato di finire a processo per calunnia dopo aver denunciato, anni fa, il suo insegnante privato di musica per una presunta violenza sessuale finita con un’archiviazione del gip. Al centro di questa vicenda una giovane della costa teramana di 27 anni che quando, nel 2018, denunciò il suo insegnante privato, un 46enne marchigiano, era già maggiorenne, ma in quel momento stava vivendo un periodo personale di grande difficoltà che l’aveva portata ad avere rapporti molto tesi con i propri genitori.

La musica in quel momento per lei rappresentava un’importante valvola di sfogo, dell’insegnante lei si fidava e con lui si confidava. Quell’uomo, infatti, conosceva i suoi problemi e insieme ne parlavano. Ma ad un certo punto, era fine giugno del 2018, la ragazza si presentò dai carabinieri di Giulianova per denunciare di essere stata vittima di presunti abusi sessuali, raccontando, all’epoca, di essere stata costretta dal suo insegnante privato di musica a subire pratiche sessuali sadomaso senza il proprio consenso e contro la sua volontà. 

In particolare aveva riferito che proprio durante le lezioni, l’insegnante aveva utilizzato una spada scenografica per percuoterla e che lui le parlava di argomenti a carattere sessuale.

Accuse, però, che al termine dell’indagine aperta della procura di Ascoli, hanno portato ad una richiesta di archiviazione, accolta poi dal gip, basata sul consenso che ci sarebbe stato da parte della ragazza. E’ dopo quell’archiviazione che è, quindi, scattata la calunnia nei confronti della giovane donna teramana accusata a quel punto di aver incolpato, sapendolo innocente, l’insegnante del reato di violenza sessuale, ha sostenuto poi la procura di Teramo dove si è incardinato il nuovo procedimento.

Una vicenda complessa per cui, proprio ieri, si è svolta l’udienza preliminare davanti al gup Roberto Veneziano in cui imputata era la ragazza, difesa dall’avvocata Libera D’Amalio, mentre il suo ex insegnante si è costituito parte civile. Al termine dell’udienza in camera di consiglio il giudice ha, però, disposto il non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato (l’accusa aveva insistito nel rinvio a giudizio). «Nelle aule di giustizia talvolta la verità fattuale non collima con quella processuale – ha commentato l’avvocata D’Amelio -. Oggi (ieri per chi legge, ndr) le due verità hanno trovato giusta e legittima coincidenza».

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