A 71 anni finirà a vivere per strada. Anna fa appello alla sindaca: «Posso pagare l'affitto, datemi un tetto»

A 71 anni finirà a vivere per strada. Anna fa appello alla sindaca: «Posso pagare l'affitto, datemi un tetto»
di Simone Lupino
3 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Novembre 2022, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 19:20

Lavatrice e frigorifero sono gli ultimi oggetti di cui Anna Trobiani, 71 anni, vedova e senza figli, si è disfatta. “Comprati qualche mese fa – racconta - li ho dovuti regalare in giro”. Cuscini e lenzuola li getterà invece domattina, sabato, insieme agli altri rifiuti indifferenziati dopo avere trascorso l’ultima notte in quella che è stata la sua casa a Viterbo: “In strada del cuscino che me ne faccio”. Porterà con sé invece due tute, 2 trench (“uno più leggero e uno più pesante per quando farà più freddo”), tre maglioni. Mentre comincia a infilare tutto in uno zaino, stile militare, comprato apposta, lancia un appello a Chiara Frontini: “Signora sindaca, mi dia una mano lei. Chiedo solo un tetto, niente lussi”.

Anna Trobiani ha vissuto per 4 anni in un monolocale all’interno di un complesso di proprietà religiosa. Cinquanta metri quadrati circa, ma per lei e Nerino, l’inseparabile cane, più che sufficienti. Il contratto d’affitto è scaduto lo scorso settembre. Non rinnovato. “Per esigenze del locatore”, ci tiene a precisare lei per evitare che qualcuno pensi male. Una inquilina modello, “sempre puntuale con i pagamenti”. Anche oggi la sua preoccupazione è quella che un conoscente le faccia avere le ultime bollette. Nel frattempo, da quando a marzo ha ricevuto la lettera con il preavviso che non ci sarebbero state proroghe, non ha trovato un altro posto dove andare.

Ha bussato ovunque: agenzie, Servizi sociali, conoscenti. "Non sono stata ferma. Per una casa avevo anche versato la caparra, poi è saltato tutto: il proprietario non si fidava perché prendo 780 euro di pensione”.

Prima gli studenti: “Un altro quasi mi scoraggiava affermando che trovandosi al secondo piano, l’alloggio non faceva al mio caso mio, secondo lui”. Ma basta vederla un secondo per capire che Anna è tutt’altro che una donna debole. Si è rivolta anche al Comune. “Lì mi hanno detto che non ci sono case popolari libere. Possono pagarmi in compenso una parte della caparra. A me però serve una casa, i soldi ce li ho”. Un caso più o meno simile a quello di una famiglia con tre bambini piccoli, segnalato alcuni giorni fa dal Messaggero.

La signora Trobiani ha lavorato una vita, assistendo persone non autosufficienti. Originaria di Roma, a Viterbo arrivò proprio per lavoro. Solo dopo essere tornata nella capitale, capì che era qui che voleva vivere. “Non ho fatto molte amicizie, ma ci sto bene. I viterbesi sono brave persone. Incontrandosi per strada ci si saluta sempre, per me vuol dire molto”.

Il giorno della consegna delle chiavi è domani: “Dopo che farò? Mi metterò seduta dove capita. Spero non mi mandino via. Non mi possono arrestare, giusto?”, domanda intimorita. Dice che non andrà al dormitorio Caritas, perché non vuole separarsi dal suo cane. Solo di una cosa è certa Anna: vuole restare a Viterbo. “Se ho paura? Del freddo un po' sì, sta arrivando e non sono più una ragazzina”. Intanto in città fervono i preparativi per il Natale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA