Coppie gay, il Vaticano non arretra sul tema benedizioni (ma tra vescovi e cardinali è rivolta)

Cardinale Fernandez ripete: non si tratta di un cambio della dottrina sul matrimonio

Coppie gay, il Vaticano non arretra sul tema benedizioni (ma tra vescovi e cardinali è rivolta)
di Franca Giansoldati
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Giovedì 4 Gennaio 2024, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 18:52

La 'guerra civile' scoppiata nella Chiesa tra vescovi e cardinali dopo la pubblicazione del documento papale sulle coppie gay è destinata a protrarsi. La benedizione alle relazioni omosessuali, infatti, resterà e nessuno si potrà sottrarre, a meno che non vi siano leggi civili che condannano l'omosessualità come per esempio in tanti Stati africani o arabi.

Coppie gay, episcopati in rivolta

Nonostante la durissima reazione di interi episcopati che in blocco hanno annunciato pubblicamente di non voler applicare le nuove disposizioni pastorali, manifestando disobbedienza verso un testo papale, il cardinale argentino Victor Fernandez – fautore dello strappo ultra progressista – ha pubblicato un nuovo testo di spiegazioni in cui tiene il punto. In pratica il Dicastero della Fede non fa alcuna marcia indietro benchè sia stato costretto dagli eventi ad elaborare una delucidazione per arginare lo smottamento generale.

L'aggiornamento alla Fiducia Supplicans è arrivato stamattina. Nel testo - sempre firmato da Fernandez - viene raccomandato ai vescovi di leggere bene tutto «per comprendere meglio il significato della sua proposta». Significativo, tra l'altro, che abbia sottolineato che sia una idea sua e non del Pontefice. 

Fernandez riconosce il bisogno di dare maggiore tempo di riflessione alle conferenze episcopali riluttanti a benedire le relazioni omosessuali perché in contrasto con il Magistero. Spiega che il testo non può essere visto – dice - come una opposizione dottrinale poiché la dottrina sul matrimonio è chiara e non crea confusione. «Inoltre sono anche inammissibili riti e preghiere che possano creare confusione tra ciò che è costitutivo del matrimonio», quale «unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta a generare figli» e ciò che lo contraddice.

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Coppie gay, la spaccatura

L'unica giustificazione a non dare le benedizioni alle coppie gay che lo richiedono è la presenza di legislazioni civili che nel contesto nazionale sono repressive nei confronti dei gay. «Va da sé che sarebbe imprudente una benedizione. È evidente che i Vescovi non vogliono esporre le persone omosessuali alla violenza. Resta importante che queste Conferenze episcopali non sostengano una dottrina differente da quella della Dichiarazione approvata dal Papa, in quanto è la dottrina di sempre, ma piuttosto che propongano la necessità di uno studio e di un discernimento per agire con prudenza pastorale in un tale contesto».

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Coppie gay, il catechismo mai modificato

In generale però «sebbene qualche Vescovo consideri prudente per il momento non dare queste benedizioni, resta vero che tutti necessitiamo di crescere nella convinzione che le benedizioni non ritualizzate non sono una consacrazione della persona o della coppia che le riceve, non sono una giustificazione di tutte le sue azioni, non sono una ratifica della vita che conduce». Fernandez fa così intendere che dare la benedizione a due omosessuali non significa affatto modificare il Catechismo.

Il Catechismo mai modificato (nonostante la richiesta arrivata dalla Germania)  definisce questi rapporti disordinati: «La genesi psichica dell'omossessualità rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati».

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Coppie gay, così le benedizioni pastorali

Ma allora come si presentano concretamente queste “benedizioni pastorali”? Il Vaticano a questo punto fa esempi pratici: se si avvicinano insieme due persone per invocare la benedizione semplicemente chiedendo pace, salute e altri beni. «Questa forma di benedizione non ritualizzata, con la semplicità e la brevità della sua forma, non pretende di giustificare qualcosa che non sia moralmente accettabile. Ovviamente non è un matrimonio, ma non è neanche un’“approvazione” né la ratifica di qualcosa. È unicamente la risposta di un pastore a due persone che chiedono l’aiuto di Dio. Perciò, in questo caso, il pastore non pone condizioni e non vuole conoscere la vita intima di queste persone» scrive Fernandez.

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Un altro punto sottolineato da Fernandez riguarda il fatto che i preti e i vescovi quando benedicono coppie gay «non le stiamo consacrando né ci stiamo congratulando con loro né stiamo approvando questo tipo di unione. In realtà lo stesso accade quando si benedicono i singoli individui, in quanto il singolo individuo che chiede una benedizione – non l’assoluzione – potrebbe essere un grande peccatore, ma non per questo gli neghiamo questo gesto paterno nel mezzo della sua lotta per sopravvivere».

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