L'Epifania, i Magi che seguirono la luce, un cammino della fede simbolico che non si può ridurre ad un insieme rigido di pratiche religiose o, peggio ancora, «ad un abito esteriore» o a «ideologie ecclesiastiche». Papa Francesco parte da queste considerazioni nella festa dell'Epifania per rivolgere un preoccupato richiamo a vescovi e cardinali, a preti e fedeli di tutto il mondo sul bisogno di unità nella Chiesa che non è mai stata più squassata internamente da turbolenze inedite come in questo periodo. All'origine di quella che sembra una sorta di “guerra civile” e che ha dato origine ad una rivolta di tanti vescovi decisi a non applicare Fiducia Supplicans, la disposizione voluta per concedere benedizioni alle coppie omosessuali che lo richiedono.
I MAGI
Come si sa ne è nata una accesa discussione con la presa di posizione di interi episcopati che, a più riprese, hanno evidenziato come quel provvedimento sia estremista, caotico ma soprattutto non in linea con il Magistero e la Parola di Dio.
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OSTACOLI
Papa Francesco in basilica, stamattina, è tornato a implorare di essere fratelli, uniti, e superare gli ostacoli. Perchè il cammino della fede, ha detto, «non si riduca a un insieme di pratiche religiose o a un abito esteriore, ma diventi un fuoco che ci brucia dentro e ci fa diventare appassionati cercatori del volto del Signore e testimoni del suo Vangelo. Ne abbiamo bisogno nella Chiesa, dove, invece che dividerci in base alle nostre idee, siamo chiamati a rimettere Dio al centro. Lui, e non le nostre idee o i nostri progetti. Ripartiamo da Dio, cerchiamo in Lui il coraggio di non fermarci davanti alle difficoltà, la forza di superare gli ostacoli, la gioia di vivere nella comunione e nella concordia».
La riflessione di Bergoglio si è poi concentrata sulla figura dei Magi che quando si mettono in viaggio verso Gerusalemme si chiedono: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». Il Papa cita il Vangelo di Matteo e sottolinea che la stella che li guida “li rimanda a percorrere le strade della terra; alzando il capo verso l’alto sono sospinti a scendere in basso; cercando Dio sono inviati a trovarlo nell’uomo, in un Bambino che giace in una mangiatoia, perché Dio che è l’infinitamente grande si è svelato in questo piccolo, infinitamente piccolo. Il dono della fede non ci è dato per restare a fissare il cielo ma per camminare sulle strade del mondo come testimoni (…) per aprire squarci di luce nelle tenebre fitte che avvolgono tante situazioni sociali».
L'idea della Chiesa da campo che è chiamata a farsi prossima alle storie umane di ognuno traspare chiara nella omelia che il Papa legge a San Pietro ripetendo che “Il Dio che viene a visitarci non lo troviamo restando fermi in qualche bella teoria religiosa, ma solo mettendoci in cammino, cercando i segni della sua presenza nelle realtà di ogni giorno e, soprattutto, incontrando e toccando la carne dei fratelli”.
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SUORE
Prima di arrivare in basilica Papa Francesco è andato a salutare le sei monache benedettine che da tre giorni hanno traslocato nel monastero Mater Ecclesiae dove fino all'anno scorso hanno abitato Ratzinger, don Georg e quattro Memores Domini. Le religiose chiamate alla preghiera provengono dall'Argentina, da una zona vicino a Buenos Aires.