Polemiche (feroci) sul Cristo gay della Settimana Santa di Siviglia. E di nuovo affiora nella Chiesa il nodo della queer-culture

Polemiche (feroci) sul Cristo gay della Settimana Santa di Siviglia. E di nuovo affiora nella Chiesa il nodo della queer-culture
di Franca Giansoldati
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Lunedì 29 Gennaio 2024, 12:24

Un Cristo appena risorto con le sembianze di un modello iconico tratto dalla queer-culture, i capelli ondulati fino alle spalle, la barba curatissima, la pelle senza una ruga, gli occhi con un filo di rimmel, i muscoli bene in vista e un perizoma scenico, composto da un panneggio trattenuto da un cordoncino di seta. E' stata scelta quell'immagine creata dal pittore Salustiano Garcia per rappresentare quest'anno la celebre Settimana Santa a Siviglia, spettacolare e scenografico allestimento conosciuto in tutto il mondo che dal XVI secolo rappresenta la Via Crucis e gli ultimi momenti di vita, fino alla crocefissione di Gesù. La Settimana Santa sivigliana è una delle più sentite manifestazioni religiose di tutta la Spagna, capace di attirare migliaia e migliaia di fedeli, oltre a essere punto di riferimento per il turismo nazionale tanto è suggestiva e maestosa. 

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Il cartellone è stato svelato alcuni giorni fa a un evento del Consiglio delle confraternite di Siviglia alla presenza del sindaco, José Luis Sanz, e dell'autore, il pittore Garcia, che per il suo Cristo si è ispirato al figlio Horacio.  «Avevo bisogno di un modello e avevo la soluzione a portata di mano: mio figlio Horacio è bellissimo, come gli angeli», ha spiegato. Da allora non c'è stata pace e su questa scelta definita blasfema sono piovute critiche indignate prima sull'account del Comune della città dedicato all'iniziativa fino ad allargarsi a macchia d'olio, creando un caso internazionale sull'opportunità di deridere ancora una volta Gesù Cristo, renderlo una specie di macchietta, l'emblema dell'orgoglio gay. 

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Di fronte alle reazioni più dure il pittore ha spiegato che la sua intera produzione artistica si basa anche sulla sua spiritualità, «per cui -  ha sottolineato - ho focalizzato l'immagine sulla resurrezione, per dare una speranza a tutti noi che siamo cattolici». In suo soccorso è dovuto intervenire anche il figlio Horacio che si è detto sorpreso, mettendo in chiaro che non si tratta di una provocazione. Tuttavia, ha riconosciuto che quando, una volta ultimata la tela su olio,  il padre gliel'ha mostrata, gli «è venuta la pelle d'oca. Per me è un onore» rappresentare il Cristo risorto, ha aggiunto, dicendosi «molto contento e ammirato» del lavoro paterno.

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Nonostante il dibattito acceso e lo scontro tra chi grida all'ennesimo atto dissacratorio e chi, invece, difende quel poster per la bellezza e il coraggio artistico, la diocesi di Siviglia pare abbia scelto di restare in disparte, tanto che al momento non sono arrivate reazioni ufficiali probabilmente per non alimentare ancora di più la bufera che ha valicato i confini spagnoli, diffondendosi globalmente e sollecitando per l'ennesima volta la riflessione se sia corretto sfruttare simboli religiosi – di qualsiasi fede - per provocare o pubblicizzare eventi o prodotti. Un dibattito complesso e articolato che si trascina da tempo e ciclicamente affiora insoluto. L'argomento non era apparso secondario alcuni anni fa, dopo la pubblicazione delle disgraziate vignette di Charlie Hebdo che irridevano il Corano e Maometto e che avevano ridicolizzato persino il momento del parto di Maria a Betlemme.

I vescovi francesi, saggiamente, avevano liquidato quel caso spinoso con un tweet: «La Conferenza episcopale francese non commenta chi cerca solo di provocare. E' il genere di polemiche di cui la Francia ha bisogno?». 

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Ad alimentare ulteriormente lo scontro dentro la Chiesa per la scelta del modello del Cristo di Siviglia è il confronto tra progressisti e conservatori sulla grande questione dell'omosessualità. I vescovi tedeschi spingono da anni affinchè il Vaticano arrivi a cancellare alcuni punti del Catechismo della Chiesa Cattolica in cui l'omosessualità viene fatta rientrare tra i peccati gravi, e definita un disordine morale che necessita di una correzione personale e l'astinenza assoluta. Per i conservatori questa linea magisteriale affonda le radici nelle sacre scritture e non può essere nè cambiata, nè tantomeno minimizzata sebbene le persone omosessuali debbano essere accolte in seno alla Chiesa e trattate con misericordia. L'ultimo atto di questa battaglia riguarda la benedizione alle coppie gay decisa dal Papa con un documento approvato a dicembre e in seguito corretto. Anche alcuni giorni fa ha precisato che la benedizione non è per la coppia, ma per il singolo omosessuale. Intanto lo scontro interno prosegue e non sembra destinato a spegnersi rapidamente.

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