Il vescovo di Terni: «Raccogliere le firme per la legge sul battito fetale». E scoppia la polemica

Il vescovo di Terni: «Raccogliere le firme per la legge sul battito fetale». E scoppia la polemica
di Vanna Ugolini
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Lunedì 11 Settembre 2023, 20:31 - Ultimo aggiornamento: 20:53

«Sono a condividere con voi l’opportunità di aderire alla Campagna di raccolta firme alla proposta di legge di iniziativa popolare “Un cuore che batte”, sulla legge 194/78.Non si tratta di una sorta di referendum per l’abolizione della legge sull’aborto, quanto la richiesta di introdurre nella legge 194/78, all’articolo 14, il comma 1-bis la seguente dicitura: “Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso”.» Firmato il vescovo di Terni Francesco Soddu.

L'appello a firmare per la legge di iniziativa popolare voluta da Pro Famiglia  è stato pubblicato sul sito della Diocesi di Terni, e nell'appello, scritto in prima persona dal vescovo Soddu, sono state date anche tutte le indicazioni su dove e come firmare. 

«La finalità è quella di accrescere la consapevolezza della donna affinché possa decidere più liberamente e più consapevolmente se ricorrere o no all’aborto. Il suo senso è aiutare la donna a rendersi conto che ciò che ha nel grembo non è un “grumo di cellule” ma una persona umana. Per l’esattezza, la persona di suo figlio.
È un fatto che, laddove questa pratica sia stata adottata, il numero degli aborti è crollato drasticamente.

Si tratta di un provvedimento che quindi dovrebbe trovare il favore di chiunque sostenga di avere a cuore le donne e la natalità».

Una proposta che, invece, ha spaccato la città, sollevando polemiche e qualche voce a favore. Per Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza verdi e sinistra, «la laicità dello Stato in Italia è purtroppo continuamente messa in discussione». «Purtroppo c'è una parte del Paese - aggiunge - che vorrebbe che le leggi dello Stato si fondassero su alcune convinzioni religiose invece di rispettare il pluralismo e quindi la libertà di scelta di ogni donna».

Molto critico anche il Pd di Terni, che, in una nota a firma del segretario Pierluigi Spinelli scrive: «La legge sull'interruzione di gravidanza  è sempre più disapplicata, e lo è quasi completamente in alcune zone in cui sussistono maggiormente sacche di disagio sociale ed economico, mentre nelle intenzioni del legislatore era tesa alla tutela delle donne, spesso costrette a ricorrere a sistemi arcaici e pericolosi, con drammatiche conseguenze. La finalità – si legge – è quella di accrescere la consapevolezza delle donne’, ma le donne sanno bene quanto la Ivg sia una scelta difficile, a volte sofferta, a volte pressoché l’unica e dunque tutt’altro che un’azione passiva, ma anzi una scelta vera e propria, sul proprio corpo e per il proprio futuro».

L'Unione giuristi cattolici e il Movimento cristiano lavoratori, di 
Terni e dell'Umbria, invece, «accolgono e fanno proprio l'invito sincero» del vescovo. In una nota sottolineano quindi che «la difesa della vita fin dall'inizio, la difesa dell'innocente, la difesa della consapevole scelta della donna sono valori ed istituti non solo cristiani, ma laici e condivisi dalla Repubblica italiana che nella Costituzione li ha riconosciuti e fatti propri».

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