Amelia, via al "biennio geraldiniano". La città celebra Alessandro Geraldini, primo vescovo del nuovo mondo

Amelia, via al "biennio geraldiniano". La città celebra Alessandro Geraldini, primo vescovo del nuovo mondo
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Domenica 3 Settembre 2023, 00:39 - Ultimo aggiornamento: 00:40

AMELIA Presentato il biennio geraldiniano. Via al calendario di eventi per il cinquecentenario dalla morte di Alessandro Geraldini, il nobile amerino primo vescovo del nuovo mondo. Primo appuntamento quello con l’ambasciatore della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede Luis Montalvo Arzeno, l'altro ieri in visita ad Amelia. «La presenza dell’ambasciatore della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede Luis Montalvo Arzeno  - ha detto la sindaca di Amelia e presidente della provncia di Terni Laura Pernazza - è molto importante per aiutarci a diffondere l’opera e la figura di Alessandro Geraldini. Ringrazio l'ambasciatore stesso per il suo impegno e la sua statura culturale e umana, la sottosegretaria agli esteri Maria Tripodi, il vescovo, il professor D’Angelo e tutti gli altri partecipanti per queste giornate molto significative e strategiche per promuovere al grande pubblico un personaggio che tanto ha fatto nelle lontane Americhe molti secoli fa. Il prossimo anno - ha ricordato Pernazza - prenderanno il via le iniziative per celebrarne la figura e l'importanza che ebbe per il nuovo mondo e quella che riveste ancora oggi per la promozione e la storia della città di Amelia. 

Queste iniziative – ha poi sottolineato - devono coinvolgere il più possibile tutti.

Per questo motivo - ha annunciato - nei prossimi mesi verrà interessata tutta la città con le sue realtà sociali e culturali. Il mio auspicio – ha concluso - è che, grazie anche a queste iniziative, i rapporti con Santo Domingo crescano e si rafforzino».

Al Chiostro del Sant’Agostino era presente l’ambasciatore Montalvo Arzeno che è stato ospite della diocesi di Terni, Narni e Amelia e che è stato accolto dal vescovo monsignor Francesco Soddu e dalle autorità civili e militari, con il benvenuto dei tamburini e sbandieratori della Contrada Collis.

«L’ardente spirito missionario del vescovo Geraldini – ha ricordato monsignor Soddu – lo portò a raggiungere le Americhe mettendosi, come padre e pastore, a servizio del bene umano e spirituale delle popolazioni indigene. L’auspicio è che la conoscenza del contesto storico, sociale e religioso in cui tanti missionari si sono trovati ad operare, aiuti sempre più la collettività umana nel comune rendimento di grazie a Dio per l’opera e il bene da essi profuso».

In occasione delle celebrazioni del Cinquecentenario è stato costituito un Comitato diocesano, presieduto dal vescovo e dal professor D’Angelo, per rilanciare la conoscenza del vescovo Geraldini e sollecitare la riflessione e il dibattito su una figura poco nota ma estremamente importante, sia sotto il profilo operativo e concreto, sia sotto quello simbolico dell’incontro-scontro tra la civiltà europea e quella definita “precolombiana” all’alba dell’arrivo degli europei in Centroamerica nel 1492. Il comitato intende promuovere uno sguardo approfondito e prolungato sulla biografia e l’opera di Geraldini, consentendo di riflettere in maniera maggiormente consapevole e meno superficialmente ideologizzata su fenomeni complessi e problematici come le migrazioni di massa.

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