Orvieto, gli effetti della siccità: a passeggio dentro al lago di Corbara

Il lago di Corbara "prosciugato"
di Vincenzo Carducci
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Mercoledì 23 Agosto 2017, 17:13 - Ultimo aggiornamento: 17:35

ORVIETO (Tr) - A passeggio dentro… il lago di Corbara. Sono gli effetti della siccità che ha praticamente prosciugato quasi tutti i corsi d’acqua nell’Orvietano e ridotto di molto anche la portata dell’invaso come testimoniano le immagini. Trattandosi di un bacino artificiale il livello è ovviamente regolato dalla diga e dall’impianto idroelettrico gestito da Erg ma la scarsissima piovosità di questo 2017 rende ancora più evidente la situazione. Per chi si trova a passare lungo la statale 448 il colpo d’occhio lascia di stucco e in tanti si fermano a scattare una foto. Dal lato in direzione di Todi l’acqua che prima occupava tutta la spianata e le gole adiacenti si è ritirata fino alla zona dell’ex centro sportivo di Salviano ed è visibile il vecchio corso del fiume Tevere praticamente ridotto a meno di un ruscello. Per questo, dunque, si può letteralmente camminare dove solitamente si trova il lago. Passeggiando si possono trovare grosse conchiglie oltre che rifiuti e pezzi di alberi portati qui in precedenza o che più a ridosso della riva spuntano minacciosi dall’acqua a ricordare la proverbiale pericolosità del lago di Corbara. Sulla terra arida solcata dalle crepe ci sono i segni del passaggio di pneumatici e quelli delle impronte di animali ma avvicinandosi all’acqua si rischia di essere pericolosamente inghiottiti dal fango come nelle sabbie mobili.

I NUMERI
Secondo l’ultima rilevazione di questa mattina dell’Autorità di bacino del Tevere il livello del lago di Corbara si è attestato a 124,48 metri sopra lo zero idrometrico molto al di sotto del livello 1 fissato a 131 metri e ampiamente sotto la quota massima di 138 metri. Solo negli ultimi venti giorni il livello è sceso di circa 2 metri. E che, oltre alle manovre artificiali, uno zampino importante ce l’abbia messo la siccità si evince dai dati sulla piovosità registrati sul lago: appena 198,8 millimetri di pioggia caduti da gennaio a luglio ovvero meno della metà dei 510 millimetri caduti nello stesso periodo del 2016. Un dato che ha inciso sensibilmente anche sulla quantità della produzione di energia idroelettrica come certificato dall’ultima semestrale di Erg.    

IL SINDACO DI BASCHI: MAI VISTO COSI’
Per i pescatori che frequentano assiduamente il lago questa situazione non è una novità assoluta, proprio in virtù dei livelli regolati dalla diga, ma non per questo non stupisce chi quelle zone le conosce bene. «Sinceramente così non il lago non lo avevo visto mai – dice il sindaco di Baschi, Anacleto Bernardini – e solitamente a essere indicativa è la situazione dell’isolotto che affiora sotto il ponte sulla statale 448 che in questi giorni è addirittura raggiungibile con la macchina». L’abbassamento del livello del lago al momento non sembra aver avuto particolari conseguenze sulle fauna ittica anche perché è stato graduale e dovuto pure a motivi naturali e non a repentine manovre di deflusso dell’acqua dalla diga che negli anni scorsi avevano invece provocato importanti morìe di pesci. «Il livello del lago – spiega Lucia Ghetti della Sezione Tutela patrimonio ittico e pesca sportiva della Regione Umbria – si è abbassato per la siccità ma anche per far fronte all’emergenza idrica. La fauna ittica non ha avuto conseguenze anche perché Corbara è molto profondo e più generalmente i laghi artificiali soffrono meno la siccità». «E’ chiaro che quando ci sono lunghi periodi di  siccità – aggiunge Valentino Maggi dell’associazione Lenza Orvietana - anche i pesci vanno in sofferenza perché nel lago si formano alghe che possono essere dannose ma al momento la situazione è sotto controllo e anche l’attività sportiva programmata procede senza problemi. Pensi che nell’ultima gara sono stati pescati in 4 ore 31 chili di pesce». La situazione preoccupa di più sui corsi d’acqua. Come certificato dalla Regione solo su uno dei nove corpi idrici del comprensorio orvietano – nei pressi della località Albergo La Nona – si è registrata la presenza di acqua fluente.

DANNI ALL’AGRICOLTURA
Le conseguenze peggiori di questo lungo periodo di siccità restano quelle all’agricoltura che ha dovuto fare i conti anche con le gelate di aprile oltre che con le temperature africane di questi giorni.

Il danno alle produzioni stimato dalle associazioni di categoria è di almeno il 50% per i seminativi e del 40% per l’uva con punte però anche dell’80% in alcune zone. La Regione Umbria ha stanziato 6 milioni di euro per far fronte all’emergenza «ma ancora non abbiamo avuto indicazioni su come accedere a queste risorse”, dice il direttore di Confagricoltura di Orvieto, Paolo Maiolini, che auspica che procedure e tempi siano snelli e veloci. “Per non fare la fine – conclude -  dei rimborsi che erano stati previsti per i danni subiti con l’alluvione del 2012 che gli agricoltori orvietani non hanno ancora ricevuto».  

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