Lavoro, mai così tante assunzioni in Umbria. Ma oltre la metà delle imprese sa già che non troverà dipendenti

Lavoro, mai così tante assunzioni in Umbria. Ma oltre la metà delle imprese sa già che non troverà dipendenti
di Egle Priolo
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Domenica 19 Novembre 2023, 08:20

PERUGIA - Assunzioni da record in Umbria, ma più della metà delle imprese è certa di non coprire i posti necessari. Crescono gli avviamenti al lavoro, ma meno di un contratto su tre è stabile. Eccola l'Umbria del lavoro, secondo l'ultimo Bollettino Excelsior reso noto dalla Camera di commercio. In base al rapporto di novembre 2023, le «assunzioni programmate dalle imprese ammontano a 4.900, ben 470 in più di novembre 2022, con una crescita del 10,6%, che però è inferiore al +12,6% della media nazionale. Per il mese di novembre le 4mila 900 assunzioni previste dagli imprenditori umbri sono un record mai toccato nel passato, neppure nel 2021 quando il Pil umbro crebbe quasi dell’8%, in linea con la media nazionale. Una corsa trainata dai servizi, con il turismo che continua a dare un importante contributo, e dalle costruzioni, mentre l’industria manifatturiera accusa il colpo del rallentamento dell’economia».

Pur in un quadro di crescita delle assunzioni programmate dalle imprese, «il ritardo dell’Umbria - che va inquadrato nel ritardo del Centro - rispetto alla media nazionale si allarga – spiega ancora una nota della Camera di commercio - se si guarda agli avviamenti al lavoro previsti nel periodo novembre 2023 – gennaio 2024. Anche per questo trimestre per l’Umbria i dati Excelsior prevedono un incremento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (le assunzioni programmate dalle imprese sono 15mila, contro le 14mila 310 dello stesso trimestre dell’anno scorso, con un incremento di 690 avviamenti al lavoro), ma la crescita in percentuale è assai più bassa: +4,8% l’Umbria, +8,4% l’Italia».
In particolare, sempre sulle assunzioni e in base ai dati del rapporto, solo il 28 per cento sono contratti stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 72% sono a termine. Come anticipato, gli avviamenti al lavoro si concentrano per il 62 per cento nel settore dei servizi e per il 65 per cento nelle imprese con meno di 50 dipendenti. E se il 13 per cento delle assunzioni programmate sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici (quota inferiore alla media nazionale, 19%) e oltre un terzo (il 37%) interessano giovani con meno di 30 anni, in ben 57 casi su 100, quindi oltre la metà, le imprese «prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati». Per un posto di lavoro su 5 (il 21%) le imprese inoltre prevedono di assumere personale immigrato, mentre è negativo – e andrebbe forse approfondito – come solo nel 9 per cento dei casi, anche meno di uno su 10, gli avviamenti al lavoro riguardano laureati, «ben al di sotto – sottolinea la Camera di commercio - del già modesto 14% del dato nazionale».
Quali sono i settori in cui è programmato il maggior numero di avviamenti al lavoro? Commercio (con 880 assunzioni), servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici (720), costruzioni (590), servizi alle persone (470), servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (450).

Settori – chiaramente con numeri diversi – che sono confermati anche per il prossimo trimestre, fino a gennaio 2024.

«Pur in un quadro di consistente rallentamento della crescita a causa dell’alto costo del denaro e degli effetti delle tensioni geopolitiche, le imprese dell’Italia e dell’Umbria danno una dimostrazione di grande vitalità e fiducia aumentando sia a novembre che nel trimestre novembre 2023-gennaio 2024, secondo le previsioni Excelsior, sempre di grande affidabilità, le assunzioni in maniera importante», commenta il presidente della Camera di commercio dell'Umbria Giorgio Mencaroni. Che evidenzia «il contributo dei “Servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici”, la cui spinta quest’anno sembra non dover finire mai» e sottolinea le «importanti criticità» su laureati e quel 57 per cento di posti offerti dalle imprese che «rischia di non essere coperto». «Io credo che nel sistema imprenditoriale umbro, come in quello italiano – chiude il presidente Mencaroni -, le imprese sentano la spinta di vari elementi: la graduale messa a terra del Pnrr, la transizione digitale e la transizione energetica ed ecologica. Temi su cui la Camera di Commercio dell’Umbria è presente in maniera molto determinata per favorire e accompagnare le imprese nelle nuove sfide».

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