Terni, la maturità "speciale" di chi studia dietro le sbarre

Terni, la maturità "speciale" di chi studia dietro le sbarre
di Lucilla Piccioni
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Giovedì 22 Giugno 2023, 08:31

Sono trenta gli studenti, detenuti nella casa circondariale di vocabolo Sabbione, che quest'anno sostengono la maturità; daranno l'esame per ottenere il diploma dell'istituto professionale Sandro Pertini, la scuola ternana che da più di venti anni ha una sezione in carcere. Attualmente a Sabbione gli studenti frequentano la sezione del settore elettrico.

«Tutti gli studenti del quinto anno sono stati ammessi alla maturità, non si presenterà solo un ragazzo, non compreso tra i trenta, che già all'inizio dell'anno aveva scelto di non frequentare le lezioni. Spesso è accaduto che qualcuno si ritiri e magari decida di sostenere l'esame il prossimo anno, purtroppo la durata della pena per molti supera gli anni di corso», spiega Fabrizio Canolla dirigente del professionale Pertini. Una buona percentuale degli studenti che si sono diplomati in carcere ha utilizzato il diploma per trovare un lavoro una volta scontata la pena.
«Di molti abbiamo notizie, ma non di tutti perché una volta usciti dal carcere tornano nelle loro città d'origine e tenere i contatti non è facile. Comunque la scuola costituisce una grossa opportunità per poter disegnare un diverso futuro rispetto a quello prospettato prima di finire in carcere», spiegano al Pertini. Qualche studente, sempre nella casa circondariale di Terni, una volta superata la maturità si è anche iscritto all'Università e lo scorso anno c'è stato il primo laureato in economia e commercio.

Gli studenti che frequentano la sezione dell'Ipsia all'interno della casa circondariale hanno anche l'opportunità di ottenere il patentino da saldatore, titolo molto richiesto dal mondo del lavoro. L'esame di maturità sostenuto dagli studenti detenuti sarà lo stesso di tutti gli altri allievi del Pertini. Anche qui la commissione esaminatrice è formata da tre membri interni e tre esterni più il presidente. Per insegnare in carcere c'è una particolare graduatoria a cui si accede volontariamente. «Certo a questi studenti viene richiesto soprattutto saper fare, nella scuola in carcere si valutano più le competenze che i contenuti e le conoscenze teoriche», aggiunge ancora il dirigente Canolla. Le materie studiate ed il monte ore comunque sono uguali a quelle delle scuole tradizionali; unica differenza l'uso dei libri scolastici che in carcere sono sostituiti da dispense che vengono fornite agli studenti dagli stessi decenti, materia per materia. «C'è però una differenza con gli istituti scolastici tradizionali: per dirigere una scuola in carcere e per insegnarci, ci vuole una disponibilità d'animo particolare, una apertura all'altro non comune, bisogna tener conto del vissuto di questi studenti, molti dei quali sono anche adulti, non dico che bisogna creare delle corsie preferenziali, ma le storie di vita vanno prese per forza in considerazione», conclude Canolla.

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