Minori pestati al Beccaria, arrestato anche un agente ciociaro

Minori pestati al Beccaria, arrestato anche un agente ciociaro
di Alberto Simone
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Martedì 23 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 07:33

Violenze e torture nel carcere minorile ‘Cesare Beccaria’ di Milano: a finire nei guai anche due ciociari. Si tratta di un uomo e una donna: lei, V. C. residente a Cassino, classe 1980, indagata a piede libero; mentre l’uomo, Roberto Mastronicola, classe 1997, nato a Pontecorvo ma molto conosciuto nella città martire dove è solito tornare quando è in permesso, è stato invece raggiunto da una misura cautelare insieme ad altri dodici colleghi, tutti finiti in arresto. Una notizia che a Cassino ha fatto presto il giro delle conoscenze del giovane agente.

L’indagine, partita da alcune segnalazioni alla Procura anche attraverso il Garante per i detenuti, è stata sviluppata attraverso diversi servizi tecnici di intercettazione e acquisizione di telecamere interne all’istituto, che hanno permesso di raccogliere indizi di reato per diversi episodi di violenze ai danni dei minori ristretti. «I reati a vario titolo contestati dalla Procura della Repubblica di Milano e positivamente vagliati dal gip in relazione alle condotte degli agenti, riscontrate - si legge in una nota - a partire almeno dal 2022 ad oggi e reiterate nel tempo nei confronti di diversi detenuti di età minore, sono quelli di maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall'abuso di potere; concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall'abuso di potere del Pubblico Ufficiale nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori; concorso nel reato di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall'abuso di potere; concorso nel reato di falso ideologico ed infine una tentata violenza sessuale ad opera di un agente nei confronti di un detenuto».

I racconti messi a verbale dai detenuti del Beccaria restituiscono pienamente il clima di violenza e terrore che si vive all’interno del carcere minorile milanese.

Nell’ordinanza di 120 pagine ricorre più volte il nome di Roberto Mastronicola, giovane agente della polizia penitenziaria del cassinate di 27 anni.

I VERBALI

Come si legge nel provvedimento, il 9 novembre scorso, il capoposto Gennaro Mainolfi, uno degli arrestati e che era stato soprannominato «Mma perché picchiava forte», sarebbe salito dal giovane detenuto, in precedenza molestato e quel giorno violentemente pestato, in quanto il suo compagno di cella «chiedeva insistentemente un medicinale». Quest'ultimo, secondo il capo di imputazione, sarebbe quindi stato condotto al piano di sotto dove poco dopo avrebbe cominciato a gridare all'amico: «mi stanno picchiando, stai attento che vogliono picchiare pure te». Infatti una volta che gli agenti sono ritornati nel reparto, Roberto Mastronicola, l’agente della Penitenziaria di Cassino «apriva la finestra del blindo», chiedeva al ragazzo vittima di approcci sessuali «di avvicinarsi e gli spruzzava negli occhi uno spray al peperoncino». Mastronicola è protagonista anche di altri episodi, sempre nel novembre del 2023, quando rivolgendosi ai colleghi disse: «uscite dalla cella, li picchio io». A quel punto spogliava completamente un detenuto e lo colpiva in ogni parte del corpo, dicendo: “figlio di p..., str.., parla desso»

Sono solo alcune delle tantissime e drammatiche testimonianze della dozzina di detenuti minorenni che hanno subito pesantissime vessazioni. «Le violenze perpetrate nel carcere - scrive infatti il giudice nell'ordinanza - corrispondono esattamente a una pratica reiterata e sistematica che connota la condotta ordinaria degli agenti che vogliono stabilire le regole di civile convivenza e imporle picchiando, aggredendo e offendendo i minorenni detenuti». Il magistrato parla dunque di un «sistema consolidato» che ha determinato «un clima infernale» per i giovani.

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