Terni, polemiche in consiglio comunale: «Controlli al commercio, non fare preferenze»

L'ordinanza di chiusura per due rivenditori di frutta e verdura infuoca l'estate ternana

Terni, polemiche in consiglio comunale: «Controlli al commercio, non fare preferenze»
di Aurora Provantini
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Sabato 29 Luglio 2023, 09:25

L'ordinanza di chiusura per cinque giorni (dal 31 luglio al 4 agosto) per due rivenditori di frutta e verdura, infuoca l'estate ternana. Uno dei due commercianti colpiti dal provvedimento, Paolo Pagnanini, titolare del negozio che da 15 anni si trova in via Lungonera Savoia, ne è venuto a conoscenza da alcuni suoi clienti che lo avevano letto sui quotidiani. Al Messaggero aveva dichiarato di non aver ricevuto alcuna notifica, infatti. E infatti la notifica arriva il giorno seguente: è "accusato" di tenere cocomeri, pomodori e peperoni all'esterno del locale di vendita. Cosa che non poteva fare. Sulla sospensione temporanea dell'attività aveva anche detto che «si poteva trovare soluzione alternativa alla chiusura di un negozio che ha cinque dipendenti».

 

Ricordando anche che lui aveva fatto richiesta di occupare il suolo pubblico con una veranda. Poi è arrivata la pista ciclabile a far diminuire i flussi, e subito dopo il Covid. Ma Pagnanini è pronto a presentare un nuovo progetto, più piccolo rispetto al precedente dal momento che l'ingombro della pista ha sacrificato molti parcheggi, «proprio perché ho cinque operai». Il clima a Terni si infiamma comunque per via dell'ordinanza firmata dal vice sindaco Corridore in cui mette nero su bianco il divieto per i commercianti in sede fissa, di esporre generi alimentari e simili al di fuori dei locali di vendita.

 
Una stretta bella e buona con il rischio di chiusura fino a sei mesi per chi trasgredisce. «Ne va di mezzo l'adeguata conservazione dei generi alimentari e la salute dei consumatori» - dice Corridore. Il consigliere di Forza Italia Francesco Maria Ferranti, con una interrogazione alla giunta Bandecchi, chiede di mappare tutti i negozi di frutta e verdura presenti in città e gli autolavaggi per non fare figli e figliastri. E accanto agli ortofrutta ci mette le attività di lavaggio auto: «Ritengo che occorra una analisi dettagliata sia delle aree utilizzate come esposizione di generi alimentari, sia di alcuni autolavaggi che operano in situazioni da chiarire in materia di smaltimento degli scarichi e dei residui dei lavaggi». Per Ferranti quelli sarebbero altrettanto responsabili della salute pubblica quanto i cocomeri tenuti sui marciapiedi» per via dello scarico delle acque inquinate che vanno smaltite in maniera corretta. «Una analisi complessiva di questi settori è necessaria scrive Ferranti - in quanto ho la sensazione che l'amministrazione comunale si sia concentrata solo su alcune attività che peraltro, visto che sono imprese del territorio, è molto facile controllare ed eventualmente sanzionare. Così come è facile ottenere il pagamento delle sanzioni». Per Ferranti risulta invece più complicato riuscire ad incassare le ammende da parte di aziende che sono gestite non da cittadini stranieri, tanto più se queste sono soggette a frequenti chiusure e riaperture. «Se comunque il filo della matassa è di natura prettamente sanitaria ancora Ferranti - a maggior ragione occorre fare controlli mirati non solo andando a colpire le attività storiche, ma tutte indistintamente».

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