Ora possono contare solo sui pacchi alimentari confezionati dal banco alimentare e consegnati dai volontari. «Certo che cercheremo di affrettare i tempi – spiega l’assessore ai servizi sociali, Silvia Tiberti – ora con la questione del virus il problema si è acuito e di molto».
Tra l’altro, tutte le “Caritas parrocchiali” hanno sospeso qualsiasi attività perchè non hanno le strutture adeguate a mantenere distanze di sicurezza, operando in locali inidonei e quindi chi ha necessità si trova in una doppia difficoltà. Stiamo, tra l’altro -spiega ancora l’assessore Tiberti – a migliorare quel servizio che riprende il cibo non consumato nelle mense e quello in scadenza dai supermercati».
Si cercherà di mettere a regime tutti i volontari dell’Ambito territoriale in modo da velocizzare la distribuzione: se da una mensa di Narni il cibo deve arrivare a Guardea, tanto per dire difficilmente vi arriverà caldo: «E’ quella il maggiore reclamo che ci viene riferito. Cercheremo di migliorare senza dover far fare viaggi inutili al cibo cotto».
Una decina di giorni, forse due settimane e tutto ripartirà, con la speranza che il virus non blocchi anche questo servizio che per il centinaio di famiglie è diventato essenziale e che ora tirano avanti con grande fatica. Il cibo arriva dalle mense aziendali sparse sul territorio ed anche quella universitaria: la convenzione prevede che i cibi vengano presi caldi in contenitori adeguati e termoresistenti e poi, via, verso le strade del comprensorio. Anche i prodotti sotto scadenza dei supermercati tendono ad uscire dalla vendita in tempi utili per entrare nel circuito della distribuzione sociale: a quelle ci pensano gli addetti del Banco alimentare, che si affianca agli operatori del comune di Narni. «La sosta necessaria per svolgere la gara, sembra strano ma ci è stata di grande utilità per ripensare l’intero servizio. Ed anche il coronavirus, del quale avremmo fatto volentieri a meno, farà da garantire una maggiore igienicità, una maggiore distanza tra il cibo e chi lo trasporta»”.
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