Terni. «Addio a Veronica, ora c'è solo Michele» Il tribunale autorizza il cambio del nome

Terni. «Addio a Veronica, ora c'è solo Michele» Il tribunale autorizza il cambio del nome
di Monica Di Lecce
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Mercoledì 17 Gennaio 2024, 00:55 - Ultimo aggiornamento: 09:11

LA VICENDA

«Veronica non c'è più. Ora per lo Stato, per la legge, per l'anagrafe c'è Michele a tutti gli effetti». Festeggia, il giorno dopo la sentenza del tribunale di Terni, Michele Fortunato per un riconoscimento che ha inseguito con tanta determinazione. La pronuncia dei giudici ternani lo autorizzano a sottoporsi al trattamento medico-chirurgico per l'adeguamento dei caratteri sessuali da femminile a maschile e ordina la rettifica degli atti di stato civile in riferimento al sesso e al nome.
«Ce l'abbiamo fatta dice grazie a un giudice, Monica Velletti, e ad un avvocato, Alessandro Gentiletti, strepitosi. Per lo Stato sono un uomo, prima ancora di portare a compimento la transizione di genere con l'operazione. Ho fatto il percorso "al contrario": prima il riconoscimento per legge e poi l'intervento. Oggi sono nato una seconda volta».
Michele nasce nel 1982 a Torre del Greco come Veronica, in un corpo che ha iniziato a non sentire suo sin da piccolo. «Sono sempre stato attratto dal mondo femminile aveva detto qualche tempo fa raccontando la sua storia - la maestra a 6 anni è stata il mio primo amore. Provavo per lei un trasporto a cui ho saputo dare una spiegazione solo nel corso degli anni successivi». Il viso da copertina e il fisico da fotomodella oggi non ci sono più. «Il prossimo passaggio rivela sarà l'operazione per togliere il seno e le ovaie, poi procederò con la falloplastica». Il primo intervento chirurgico potrebbe arrivare a breve. «Mi sono informato su una situazione a Terni e potrei fare l'operazione anche lì mentre per l'ultima, più complessa, penso di andare in America». La trasformazione fisica e legale di Michele si accompagna anche a un cambio radicale sul lavoro. «Ho sempre fatto l'agente di commercio racconta ancora ma voglio diventare un marittimo, partire con le navi passeggeri e poi prendere via via i brevetti per crescere anche in questo settore». E' proprio sul lavoro che ha incontrato gli ostacoli più grandi. «Mi sono sottoposto a una serie di selezioni e non è stato facile aggiunge Michele ho dovuto raccontare il percorso che stavo facendo e non è stato semplice farlo accettare. Ma io sono orgoglioso di quello di me stesso e non vedo perché mi debba nascondere». La determinazione e la costanza però sono una sua caratteristica caratteriale che lo ha aiutato anche in questo caso. «Alla fine ho superato tutte le selezioni, sono arrivato all'ultima prova: devo sostenere quella teorica. Poi spero di imbarcarmi presto, adoro il mare e questo è il mestiere che voglio fare». Guardando al passato, dunque, Michele Fortunato non ha rimpianti ma ha anche la consapevolezza della difficoltà e della sofferenza che ha superato. «Con questa sentenza ho dimostrato che il mio non è uno sfizio dice con la mia testimonianza vorrei dare la forza e la speranza ad altri con la disforia di genere, che ce la possono fare. Ora spero che arrivino i documenti nuovi».

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