Biotecnologie sostenibili, dalla Legge di Stabilità 21 milioni per finanziare la ricerca

Biotecnologie sostenibili, dalla Legge di Stabilità 21 milioni per finanziare la ricerca
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Lunedì 11 Gennaio 2016, 17:55 - Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 09:15
«Nella Legge di Stabilità sono stati stanziati 21 milioni di euro per il finanziamento del più importante progetto di ricerca pubblica fatto in Italia su una frontiera centrale come il miglioramento genetico attraverso biotecnologie sostenibili».

È quanto sottolinea il ministero delle politiche agricole specificando l'obiettivo del fondo. Il piano è articolato su tre anni e la regia dell'operazione sarà gestita dal Crea, il centro di ricerca specializzato del Ministero delle politiche agricole. «Vogliamo tutelare al massimo il nostro patrimonio unico di biodiversità - dichiara il ministro Maurizio Martina - che è il tratto distintivo che fa dell'Italia un punto di riferimento per il mondo a livello agroalimentare. Per farlo investiamo nella ricerca pubblica, concentrando le risorse su un programma di attività che punta su innovazione e sostenibilità. In pochi anni possiamo essere leader sul fronte dell'agricoltura di precisione e delle biotecnologie sostenibili legate al nostro patrimonio colturale».

«Anche in Europa - aggiunge Martina - va condotta una discussione definitiva perchè queste biotecnologie vengano pienamente riconosciute, anche sotto il profilo giuridico, diversamente dagli Ogm transgenici». «Il Piano triennale prevede iniziative di ricerca in laboratorio, a legislazione vigente, con biotecnologie più moderne e sostenibili come il genome editing e la cisgenesi». «Questi strumenti - osserva il Mipaaf - possono consentire infatti un impegno mirato di miglioramento genetico senza alterare le caratterizzazioni produttive del sistema agroalimentare, migliorandone le performance anche rispetto alla resistenza alle malattie».

Negli ultimi anni - aggiunge il Mipaaf - l'approccio cisgenico in Italia è stato utilizzato per migliorare la resistenza ai patogeni nel melo, creando ad esempio una mela che resiste alla ticchiolatura. Sempre con studi italiani siamo riusciti a modificare la forma e la crescita nel pioppo o a migliorare la qualità delle proteine nel grano duro, un elemento fondamentale per la nostra tradizione di produzione di pasta.

Tutte applicazioni - prosegue il ministero - che potranno essere supportate attraverso ricerca in laboratorio in attesa che Bruxelles faccia chiarezza sulla diversità di queste biotecnologie rispetto al transgenico, aspetto che aprirebbe alla possibilità di sperimentazione in campo. L'Italia, insieme all'Olanda e diversi Stati membri, ha già sollevato più volte il tema all'interno del Consiglio dei Ministri dell'Ue e la Commissione europea ha annunciato un primo documento tecnico al riguardo per inizio anno.

Diversi documenti redatti da organizzazioni scientifiche europee - conclude il Mipaaf - indicano che i prodotti delle tecniche di cisgenesi e genome editing non rientrano nella casistica degli Ogm transgenici, dal momento che esse non sono diverse da quelle ottenibili attraverso un miglioramento genetico convenzionale.

Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno già dichiarato che le piante ottenute attraverso il genome editing non sono da considerare Ogm - e allo stesso modo si è recentemente espressa anche la Svezia con riferimento a due specifici prodotti - ed è già stato redatto un parere dell'Efsa nel 2012 su richiesta dell'Ue in cui si conclude che le piante ottenute per cisgenesi non presentano differenze rispetto a quelle costituite attraverso un normale processo di incrocio.
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