«Il mio battesimo “lirico” è stato con Traviata, ma nei panni di Violetta, io proprio non mi ci vedo. Se dovessi, così per gioco, pensare a un ruolo per me, mi vedrei bene nel Ballo in Maschera. Del resto sono una verdiana sfegatata». Veronica Pivetti, un’attrice nel mondo dei melomani. L’interprete di film (da Viaggi di Nozze di Verdone a La cena di Natale di Ponti) e serie tv (Commesse o Maresciallo Rocca), voce di cartoon e conduttrice di varietà, sale sul palco del Teatro Parioli per una serie di quattro incontri (ogni lunedì fino al 20 marzo) «dedicati a chi ama la lirica e a chi vuole conoscerla», spiega, «nessuno si sentirà tagliato fuori, né gli appassionati, né i meno esperti. Vogliamo includere».
Maite Bulgari
Fortemente voluto da Maite Bulgari e prodotto da Garbo, il progetto “Nessun Dorma – invito all’opera” nasce con l’intento di celebrare la lirica e in particolare i grandi compositori italiani (Rossini, Donizetti, Verdi e Puccini), attraverso un racconto teatrale brillante e accessibile a tutti.
A Veronica Pivetti un ruolo da “direttrice d’orchestra”. Si diverte?
«Amo la lirica perché è il regno degli eccessi, il contrario del minimalismo. A 13 anni chiesi a miei genitori di farmi ascoltare delle opere. Mi ricordo che allora c’erano i cofanetti. Il primo fu proprio la Traviata, una registrazione del Teatro alla Scala. Poi tanti altri. Ma non sono un’esperta. Direi un’autodidatta innamorata».
Come pensa di “dirigere” cantanti, sovrintendenti, musicisti?
«Cercando di presentare questi personaggi e queste storie, ancora così vicine a noi, in una veste meno solita. Saranno serate d’intrattenimento e anche un po divulgative».
Prima tappa, il Barbiere.
«Cecilia Gasdia è stata una grande cantante rossiniana. Racconteremo il dietro le quinte del debutto dell’opera, al teatro Argentina, durante il Carnevale. Il fiasco, le lettere di Rossini alla mamma e finalmente il successo. Con Rigoletto e Leo Nucci mi piacerebbe affrontare il tema dell’ingerenza dei genitori. Tutto con leggerezza, che non è sinonimo di superficialità».
Un format teatrale che potrebbe diventare televisivo?
«Perché no. Intanto vediamo se piace. Come reagisce il pubblico. In futuro chissà».
Lei ha visto i film d’opera? Da attrice che cosa ne pensa?
«Che sono state e sono operazioni importanti. Anche per coinvolgere un pubblico che difficilmente acquista un biglietto della Scala o del Costanzi. La lirica viene sempre recepita come un mondo a parte. Ma quando si abbatte il muro, le persone partecipano, soprattutto gli italiani. Agli spettatori piacciono anche le proposte nuove, le sorprese».
Come recitano, secondo lei, i cantanti?
«Una volta si curava soprattutto l’aspetto vocale. Oggi sono interpreti completi. Lei donne, poi, sono riuscite finalmente a combinare femminilità e bravura».
Progetti non melomani?
«Sto scrivendo il mio quinto libro e sono in giro con la tournée di Stanno sparando sulla nostra canzone, spettacolo pieno di musica. E ora che ci penso c’è anche un accenno all’aria di Traviata “Addio, del passato...”. Tutto torna!».