Arena di Verona, da Aida a Traviata, le regie della prossima stagione sono “da museo”

L'Aida hi-tech dell'Arena di Verona, realizzata con il Museo Egizio di Torino
di Simona Antonucci
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Mercoledì 26 Maggio 2021, 15:10

Per Pagliacci, suggestioni felliniane grazie alla collaborazione con Museo del Cinema di Torino e il Comune di Rimini. Il Museo Egizio di Torino metterà a disposizione la collezione scultorea, tra le più importanti al mondo, per Aida, mentre Musei Vaticani, Biblioteca Apostolica Vaticana e Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi collaboreranno per tratteggiare il contesto visuale che narri la cultura e tradizione popolare siciliana di Cavalleria rusticana.

Le regie della prossima stagione dell’Arena di Verona (saranno 6mila gli spettatori ammessi, per ogni evento, dal 19 giugno al 4 settembre) sono “da museo”: messi da parte gli storici e imponenti allestimenti architettonici, impossibile da realizzare in tempi stretti e con le norme sul distanziamento, la Fondazione presenta una stagione che rilegge in maniera tecnologica gli spazi grandiosi, in una nuova narrazione che vuole idealmente abbracciare tutta la bellezza italiana avvalendosi della collaborazione con eccellenze museali, espositive, artistiche e culturali da tutto il Paese.

Ciascuna istituzione darà un contributo, in una sintesi tra l’iconografia e la tecnologia di 400 mq di ledwall.

Per “Nabucco, collaborazione con il Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara per un excursus sulla storia dell’ebraismo dalle origini agli anni ’40 del Novecento. Turandot nasce invece dal dialogo con il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma per una suggestione decorativa che tratteggi la grande arte dell’Impero e la sua reinterpretazione d’inizio secolo nella moda europea.  Mentre Traviata è il frutto di un percorso di studio sulla figura femminile in tutte le sue sfaccettature grazie alla ricca collezione della Galleria degli Uffizi di Firenze.

«Le regie saranno curate da un collettivo artistico, le maestranze della Fondazione, che con tutta la conoscenza, l’esperienza e l’amore necessari sapranno gestire in rapidità le innegabili complessità e criticità degli spazi areniani», spiega la sovrintendente Cecilia Gasdia, «La scelta,  rivoluzionaria, è poi divenuta una vera opportunità per testare idee nuove e ipotesi di lavoro future. Dunque, un’unica firma corale per cinque nuove produzioni liriche e due appuntamenti sinfonici».

Una metafora, conclude Gasdia, «dello sforzo collettivo di tutta la società per uscire dalla crisi».

 

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