Giulio Scarpati legge le Memorie di Adriano a Castel Sant’Angelo

Giulio Scarpati legge le Memorie di Adriano a Castel Sant’Angelo
di Katia Ippaso
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Mercoledì 18 Luglio 2018, 19:26 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 16:57
Questa è la storia di un uomo che conosceva la bellezza. Un uomo che amò così tanto Roma da adoperarsi ogni giorno della sua vita per renderla grande. Ma è anche la storia di un imperatore che a un certo punto del tempo si rese conto di essere alla fine della vita e si preparò a fare, da uomo, il bilancio degli anni passati. L’ardore, l’ambizione, l’amore, il desiderio di pace, e poi le delusioni, la consapevolezza dell’umano limite, la preparazione alla morte: Giulio Scarpati ci farà rivivere, attraverso le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, la gloria e il declino di un imperatore. Giovedì 19 luglio a Castel Sant’Angelo, ore 21, all’interno di ArtCity.

E’ la prima volta che si confronta con il testo di Marguerite Yourcenar.
«E’ un libro che avevo molto amato da ragazzo e che mi ritrovo stavolta a leggere di fronte a un pubblico, consapevole dell’impresa».

Sarà fatale per gli spettatori rievocare Giorgio Albertazzi, che per decenni si è identificato con questo libro e con questo personaggio.
«Anche io ho amato moltissimo lo spettacolo di Albertazzi, che fra l’altro ho visto nella sua prima edizione. Ma non c’è confronto possibile, anche perché in questo caso si tratta di una più semplice lettura di alcuni capitoli».

Quale è il disegno drammaturgico?
«Assieme a Cristina Farnetti e Luisa Prayer (che suonerà il pianoforte), abbiamo cercato di tenere vivo il romanzo di una vita, rinunciando alle parti più descrittive. Mi interessava sottolineare certi passaggi di vita dell’imperatore Adriano. Emerge il suo senso della bellezza, ma anche il suo senso della politica. Si narra del suo amore per Antinoo, ma anche della sua decisione di non avere legami tali da creare ostacoli rispetto a quella che riteneva la sua missione di vita».

Cosa la colpisce profondamente della figura di Adriano?
«Mi colpisce la sua ambizione di diventare a tutti i costi imperatore, e poi la serietà con cui all’improvviso si mette a parlare della morte. Arrivò a pensare al suicidio che non gli riuscì però di mettere in atto».

Recitare le parole di Marguerite Yourcenar dedicate all’imperatore Adriano dentro le mura di Castel Sant’Angelo (Cortile delle Fucilazioni) crea immediatamente un transfert con il passato.
«Già, è una narrazione in prima persona a pochi metri dalla Sala delle Urne e dalla Rampa elicoidale di cui Adriano stesso ci parla. Sarà un po’ come vivere in presa diretta certi eventi della storia. Per questo è un evento unico».

Quale dialogo si instaurerà tra voce e musica?
«Il più classico dei dialoghi. Il pianoforte di Luisa Prayer e il violino di Federico Piccotti entreranno in scena nei momenti in cui il racconto si placa. Quindi ci alterneremo. Naturalmente l’aver scelto le musiche di Debussy e di Szymanovsky ci predispone a un’atmosfera intima».

A quale politico italiano consiglierebbe di ascoltare le parole di Adriano?
«Un po’ a tutti. L’amore per la cosa pubblica è quello che più manca ai politici di oggi.

Cosa è per lei il teatro?
«Sono nato in teatro e ci torno come fosse la mia casa. Per me il palcoscenico è il luogo della libertà assoluta».


























 
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