Geppy Gleijeses, direttore del Quirino: «I teatri vanno riaperti con metà platea»

Geppy Gleijeses, direttore del Quirino
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Domenica 24 Gennaio 2021, 09:55

I teatri sono ancora chiusi perché non vengono considerati «vitali e necessari». La pensa così il direttore del teatro Quirino di Roma, Geppy Gleijeses che si chiede: «Che male potremmo fare se ci permettessero di aprire al 50% della capienza, quindi con distanziamento totale, con un limite di 500 posti? Se si chiudono, a queste condizioni, i teatri, i cinema, i musei, allora bisogna chiudere tutto. Il problema è che noi non siamo vitali, non siamo una farmacia, non siamo un negozio di generi alimentari. Rappresentiamo uno svago che è fondamentalmente un esercizio della mente, la possibilità di avere uno sfogo, una crescita. Noi rappresentiamo comunque un bene necessario».

Gleijeses contesta poi il fatto che molti spettacoli siano trasmessi in televisione che, osserva, non è in grado di veicolare la stessa emozione della sala. «A cosa possono servire, quale utilità possono avere - si chiede infatti Gleijeses - queste riprese che mandano in onda di cui tanto si parla? Ciò che viene fatto in streaming o la Netflix del teatro sono cose che non hanno senso.

La gente si abituerà a non vedere più il teatro. Riprendere uno spettacolo dal vivo in modo piatto, anche se articolato, può essere un mezzo divulgativo con il quale, però, non si comunicano emozioni. Il teatro è l’unica forma di comunicazione in cui il pubblico e chi sta sul palcoscenico danno vita ad una sorta di sogno collettivo. Il teatro va fatto al teatro».

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