Il Circo degli orrori allo stadio Flaminio: fra incubo e humour per una paura autentica

Circo de los horrores
di F.C.
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Sabato 1 Marzo 2014, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 10:28
Lo spettacolo nato nel 2007 in Spagna, dove ha catturato un milione e mezzo di spettatori, quindi, con uguali riscontri, si trasferito prima in Per e poi a Miami.



Adesso è a Roma, allo stadio Flaminio, dove rimarrà in scena fino al 6 aprile. Si tratta del Circo de los horrores, il megashow nato dalla creatività di Suso Silva che unisce teatro, circo e cabaret. Dice Silva: «Abbiamo scelto Roma perché l'Italia è la patria del circo e non volevamo perderne lo spirito: io stesso provengo da quello tradizionale. Il nostro Circo sposa l’orrore, ma non solo. Usa anche molto humour e il suo segreto è proprio questo miscuglio di mostruosità derivate dal vecchio cinema di paura e comicità. Non cerchiamo il facile terrore da disgusto tipico dello splatter, ma promettiamo due ore e quindici minuti di autentica, catartica paura».



Esseri mostruosi Sconsigliato ai minori di dodici anni, lo show accoglie gli spettatori con una folla di esseri mostruosi in libertà. Del gruppo fanno parte una sposa morta, un folle proto-Leatherface armato di motosega ronzante, le anime perdute, eccetera. A un certo punto entra in scena il demonio Belzebù, mentre il vampiro Nosferatu (per l’occasione interpretato dallo stesso Silva) avverte: «Se qualcuno ha un attacco di paura, ansia o panico, che si fotta».



Tra le performance, che impegnano artisti di ogni parte del mondo, c’è la donna sollevata in aria tramite un gancio collegato ai suoi capelli; ci sono due contorsioniste della Mongolia accompagnate da una colonna sonora Esorcista style; personaggi dark che compongono sculture umane; un gruppetto di portoghesi che incarna zombies appartenenti alla vecchia tradizione haitiana; pagliacci assassini, suore macellaie, vedove nere, mummie putrefatte e patiboli della morte... Il tutto mentre fumi nebbiosi, scenografie spettrali, ululati e musiche in tema provvedono a creare le giuste atmosfere. I diversi personaggi hanno inoltre licenza di interagire con gli spettatori.



Notte tempestosa Silva e i suoi artisti invitano il pubblico in un cimitero durante una notte tempestosa. Un treno sferraglia in lontananza, tra fischi, sbuffi di vapore e stridìo di freni. Da uno dei sei convogli scende un singolare passeggero con in mano una valigia. Sembra perplesso e confuso: di fronte a lui s’apre l’entrata d’un antico cimitero. Statue di pietra, corone di fiori, lapidi e urla angosciose lo terrorizzano e lo costringono ad un’interminabile fuga, durante la quale sarà perseguitato dalle migliaia di bestie del gargolle che tentano di trasformarlo in una di loro.



Prende vita così, per artisti e spettatori, un racconto di Edgar Allan Poe, di Lovecraft o di Stephen King. Non esiste paura più intensa di quella che non si vede, ma si intuisce. Ed è questa la paura cara al Circo de Los Horrores. L’epilogo? Il passeggero inseguito arriva tra le fauci di una vampira che infilza con i denti la sua giugulare, mentre s’alza dal buio un festivo valzer di sangue, assecondato da tutta la compagnia.
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