Da Cartier-Bresson a Winogrand: 350 scatti dei maestri con la Leica al Vittoriano

Da Cartier-Bresson a Winogrand: 350 scatti dei maestri con la Leica al Vittoriano
di Paolo Travisi
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Giovedì 16 Novembre 2017, 18:40 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 18:55
Oggi che scattare una fotografia significa farlo per lo più con uno smartphone, postarla, condividerla e magari cancellarla subito dopo dal nostro rullino digitale, fa sorridere pensare alla macchinetta fotografica con pellicola ad una delle rivoluzioni tecnologiche del Novecento. Eppure fu così. Era il 1914 quando Oskar Barnack creò Ur-Leica, la prima fotocamera compatta per il formato 35 mm. I 100 anni di vita dell’apparecchio e dei fotografi che dagli anni Venti ad oggi, hanno immortalato eventi, personaggi, quindi la storia, sono raccolti nella mostra “I Grandi Maestri. 100 anni di fotografia Leica”, allestita al Complesso del Vittoriano fino al 18 febbraio.

Nell’esposizione il visitatore troverà oltre 350 stampe, rigorosamente d’epoca ed originali, realizzate da celebri nomi della fotografia, da Henri Cartier-Bresson a Garry Winogrand. Ma il viaggio nelle immagini è accompagnato anche da locandine pubblicitarie vintage e riviste storiche che consentono al pubblico di comprendere le ragioni del successo della Ur-Leica.

La sua compattezza e praticità infatti, consentivano ai fotografi una rapidità nel catturare i momenti, mai possibile prima di allora. Delle foto esposte, alcune sono così popolari da far parte del nostro immaginario collettivo. Come se fossero impresse nella nostra memoria da sempre. Basti pensare allo scatto che nel 1960 Alberto Korda fece a Che Guevara. Quell’immagine, un’icona da decenni, la troviamo su poster e t-shirt.

O ancora il destro in primo piano di un giovanissimo Cassius Clay. Chi non ha visto almeno una volta il bacio appassionato tra un marinaio ed un’infermiera in una Times Square che si risveglia alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Tutte scattate con una Leica. Il fotografo Henri Cartier-Bresson era talmente legato alla sua, da affermare “le altre macchine fotografiche che ho provato mi hanno sempre convinto a ritornare a lei. Finché farò questo lavoro, questa è la mia macchina fotografica”.

La mostra, composta da 16 sezioni, racconta in parallelo l’evoluzione del mezzo e le sue applicazioni: dal fotogiornalismo di guerra (nel 1930 durante la guerra civile spagnola) alla foto di propaganda, passando per la moda, prima con le pose in studio e poi in strada, fino alle visioni a colori più recenti quando settimanali come Life e Match, proprio attraverso la potenza della foto, cambiarono anche il mondo dell’editoria.

Accanto alle fotografie dei professionisti più celebri, non manca uno spazio dedicato all’arte degli italiani, come Gianni Berengo Gardin, premiato con il Leica Hall of Fame Award per il contributo che ha dato alla storia della Fotografia e di Leica.
Tornando indietro di un secolo, una considerazione. Nel primo anno di produzione della Ur-Leica vennero realizzati appena 857 modelli. Oggi quanti apparecchi per scattare foto esistono? Le fotografie sono il nostro mondo e ci restituiscono l’immagine del nostro passaggio sulla terra, ecco quale fu la rivoluzione di Oskar Barnack.
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