Leonard Cohen, la straziante lettera d'addio alla musa Marianne: «I nostri corpi cadono a pezzi»

Leonard Cohen, la straziante lettera d'addio alla musa Marianne: «I nostri corpi cadono a pezzi»
di Antonio Bonanata
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Lunedì 8 Agosto 2016, 18:10 - Ultimo aggiornamento: 9 Agosto, 15:56
Now so long, Marianne, it's time that we began to laugh and cry” cantava in uno dei suoi brani più celebri Leonard Cohen, leggenda vivente della musica folk. Ma quanti sanno che la Marianne di So long, Marianne è stata per Cohen un’autentica musa, colei che gli ha ispirato indimenticabili capolavori come Bird on a wire? Marianne Ihlen è morta lo scorso 29 luglio, all’età di 81 anni. Si erano conosciuti negli anni Sessanta, sull’isola greca di Idra, e da allora tra i due era nata una storia d’amore. Ma nel tempo, anche dopo la fine del rapporto, l’influenza di Marianne sull’artista aveva continuato ad ispirargli altre canzoni. Prima di morire, la donna ha fatto in tempo a ricevere la lettera con cui Cohen le dice addio, un testo straziante che sembra anch’esso una canzone.

“E allora, Marianne, è arrivato questo tempo in cui siamo entrambi molto vecchi e i nostri corpi cadono a pezzi. Penso che ti seguirò molto presto” scrive il musicista alla sua musa. Jan Christian Mollestad, regista di documentari e amico intimo della Ihlen, le è stato vicino negli ultimi giorni, leggendole il messaggio carico di amore e gratitudine. Contattato dalla CBC Radio, Mollestad ha infatti raccontato di aver subito scritto a Cohen, non appena i medici avevano detto che per Marianne non c'era più nulla da fare. Il compositore ha quindi spedito la lettera al regista, pregandolo di leggerla a Marianne. “Sai che ti sono così vicino” continua il messaggio “che se allungassi la mano, potresti toccare la mia. E sai che ti ho sempre amata per la tua bellezza e la tua saggezza. Ma non c’è bisogno che ti dica più nulla di tutto questo perché sai già tutto”.

La lettera si conclude con l’augurio di fare “buon viaggio” e un “goodbye, vecchia amica”. Racconta ancora Mollestad: «Quando ho letto il passo in cui diceva di “allungare la mano”, Marianne l’ha allungata davvero. Solo due giorni dopo avergliela letta, ha perso conoscenza e si è addormentata per sempre. Ho inviato una risposta a Leonard, raccontandogli che negli ultimissimi momenti le ho canticchiato Bird on a wire, la canzone che sentiva più vicina a sé. Poi le ho dato un bacio sulla fronte e me ne sono andato, dicendo “So long, Marianne”».

Il regista ha poi aggiunto che la donna è stata felicissima di ricevere quella lettera, raccontando il primo incontro tra i due, avvenuto quando Marianne era appena stata lasciata dal marito (un celebre scrittore norvegese) dopo la nascita della figlia. «Quando Marianne arrivò a Idra dopo il parto, suo marito non era con lei. C’era solo un negozio in città e lei vi entrò col suo piccolo cestino, con la sua figlioletta appena nata, piangendo. Allora apparve sulla porta una silhouette, lei si girò a guardare, un uomo la chiamava e diceva: “So che sei Marianne, so cos’è successo, vieni fuori al sole e beviamoci un bicchiere di vino”. Era Leonard Cohen e da allora si prese così tanto cura di lei». Le ultime parole della lettera: "Infinto amore, ci vediamo presto".
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