dal nostro inviato
LIDO DI CAMAIORE (Lucca) «Questo è uno dei posti più incredibili dove abbia mai cantato», dice Lana del Rey dal palco. Eppure quando, sabato 24 giugno, gli organizzatori del festival “La prima estate” hanno ricevuto una telefonata dal management di Del Rey che comunicava che l’artista americana si sarebbe esibita una settimana più tardi proprio lì da loro, a Lido di Camaiore, per una sorta di mini tour europeo a sorpresa che precede il live londinese a Hyde Park del 9 luglio, hanno sgranato gli occhi. Non tanto perché la cantautrice 38enne non si esibiva in Italia da 5 anni, né perché aveva scelto proprio il piccolo festival toscano per tornarci, e tutto sommato nemmeno per il preavviso quasi nullo. Ma perché “La prima estate” avrebbe dovuto chiudere i battenti il giorno seguente, il 25 giugno.
IL MIRACOLO
L’occasione però era davvero troppo ghiotta, ed ecco che alla fine in Versilia il piccolo miracolo è avvenuto: ieri sera Lana Del Rey è salita sul palco del Parco Bussoladomani e ha cantato davanti a 17 mila fan, giovanissimi e non, accorsi da tutta la Toscana ma anche da molto più lontano (un migliaio da Roma) per non perdersi “l’evento speciale” della kermesse, che prima di Elizabeth Grant (questo il vero nome dell’artista) in due weekend aveva visto esibirsi, tra gli altri, Jamiroquai, Bon Iver, Kings of Convenience e Alt-J. Un concerto iniziato in un’atmosfera quasi onirica, con un corpo di ballo tutto al femminile che danzava sulle note di A&W e lei, Elizabeth, entrata come una diva d’altri tempi mentre tra il pubblico già scendeva qualche lacrima d’emozione.
Dal 2012, l’anno che per lei segnò il successo internazionale con l’album Born to Die, fino a Did you know that there’s a tunnel under Ocean Blvd, uscito lo scorso marzo, l’artista ha conquistato un esercito di fan, soprattutto giovanissimi, che gli è rimasto fedele proprio come lei è rimasta fedele al suo stile vintage e sensuale, a quel modo sussurrato e intimo di cantare che trasforma le sue canzoni in un balsamo per chi, più che essere l’anima della festa, preferisce restare in disparte a guardare il mare.
Uno strascico nero lunghissimo e il cambio d’abito sul palco, coperta dalle ballerine che poi continuano ad aggiustarle l’acconciatura sulle note suadenti di Bartender, uno dei brani meglio riusciti di Norman Fucking Rockwell!, bellissimo album del 2019 impregnato di atmosfere californiane (per promuoverlo, nel 2020, Del Rey avrebbe dovuto esibirsi anche all’Arena di Verona, ma il Covid lo impedì). Così come i ricordi scorrono anche le canzoni, da Chemtrails over the Country Club a The Grants, che Elizabeth ha dedicato alla sua famiglia e su cui lei stessa si emoziona, a Cherry, fino alle hits Born to Die, Blue Jeans e Ultraviolence.
L’IMPRESSIONE
Lana Del Rey sul palco, tra altalene floreali, si muove pochissimo ma non le serve, si ha l’impressione che potrebbe anche smettere di cantare, perché la sua presenza basta per mantenere l’atmosfera sospesa e sognante. Il pubblico le chiede a gran voce il brano Salvatore. E lei lo canta a cappella gridando «Ciao amore» nell’estasi dei fan. Tocca alla struggente Venice Bitch, che culla il Parco Bussoladomani raccontando di falò e, anche qui, di estate che lentamente si spegne lasciando spazio ai ricordi e a quel senso costante di perdita che accompagna il trascorrere del tempo, soprattutto quello speso meglio.
La paura del ritorno alla normalità, la sensazione che nulla tornerà come prima: Nothing gold can stay, “Nulla di dorato può restare”, canta Lana. Intanto sul maxischermo scorrono le immagini un po’ sfocate di spiagge e strade della West Coast, di sogni evanescenti e meravigliosi viaggi “on the road” con tutto il loro carico di nostalgia raccontato tanto da Jack Kerouac quanto dai Red Hot Chili Peppers. È il momento di Summertime Sadness: eccolo il vero manifesto di Lana Del Rey, prima che Video Games chiuda le danze, in un oceano di «stelle», come Elizabeth chiama i flash degli smartphone. Come in una metafora perfetta, un venticello porta via la Prima estate. A ricordarci che in fondo, l’estate è bella anche perché finisce.