Gianni Nocenzi riparte da Miniature: la prima assoluta a Roma. Poi Garybaldi con Cap e Alvaro Fella

Gianni Nocenzi
di Enzo Vitale
9 Minuti di Lettura
Lunedì 21 Novembre 2016, 20:39 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 19:14

Un uomo solo al comando, anzi al pianoforte. Nome e cognome Gianni Nocenzi. I più lo ricordano soprattutto per essere il fratello di Vittorio, il leader del Banco del Mutuo Soccorso, gruppo di cui è stato cofondatore e in cui ha militato fino al 1985.

Il musicista romano ritorna sulle scene e presenta in anteprima assoluta (mercoledì 23 al Planet di Roma) la sua ultima fatica: Miniature, l’album dedicato a tre persone a lui molto care: Francesco Di Giacomo, Rodolfo Maltese e Vittorio Nocenzi.

«Per la prima volta -spiega Guido Bellachioma tra gli organizzatori della serata romana-, l’artista suona  come solista: un avvenimento da non perdere per la straordinaria qualità dei suoi “momenti” live, che rappresentano esattamente ciò che ha sintetizzato in Miniature. Sarà solo: lui e il pianoforte… un fluire ininterrotto che non ha frontiere. Rock, jazz e classica. Musica dell’anima. Il recital -conclude-, sarà diviso in due parti con intervallo di 15 minuti, come ascoltare insieme le facciate A e B di un 33 giri, a cui si collega come racconto temporale di quasi 40 minuti».

ALBUM MINI? NO MAXI
Ma perchè un album apparentemente così breve? E' lo stesso Nocenzi a spiegarlo: «Ho sentito che a 38 minuti circa, sintatticamente, il discorso musicale era completo. Perchè aggiungere di più? D’altra parte credo che la durata del vecchio LP sia una ‘durata aurea’, sia per chi si esprime che per chi ascolta, e magari io l’ho interiorizzata ai tempi dell’analogico. Non vorrei sbagliare ma credo che scelsero l’LP come supporto (33 giri e 1/3 al minuto) perché poteva contenere quell’antonomasia musicale che è la Nona di Beethoven, divisa in due facciate. D’altra parte un approccio alla musica prevalentemente quantitativo, bulimico, non mi sembra sia utile. È così anche per il vino buono». (Apertura porte ore 20 – inizio live alle 21,30 con ingresso libero. Planet, via del Commercio 36).

PROGRESSIVAMENTE, I CONCERTI  FREE
Ma nel tempio della musica di via del Commercio la musica freme: Venerdì 25 il Planet Live Club presenta infatti un doppio grande appuntamento con Garybaldi e CAP (Consorzio Acqua Potabile) con Alvaro Jumbo Fella che presenteranno i loro ultimi lavori, rispettivamente:  Storie di un'altra città  (Ams, 2016) e Coraggio e mistero (Black Widow, 2016). Entrata libera a partire dalle 20

GARYBALDI, LA STORIA
Con la prematura scomparsa del chitarrista Pierniccolò “Bambi“ Fossati, avvenuta nel 2014, sembrava si fosse conclusa definitivamente l'avventura musicale dei Garybaldi, band da lui fondata nel 1965 assieme al batterista Maurizio Cassinelli. Invece, a 16 anni di distanza dall'ultimo album in studio, LA RAGIONE E IL TORTO (2000), ecco un nuovo lavoro realizzato nel segno della continuità ma anche del rinnovamento. STORIE DI UN'ALTRA CITTA', edito dalla milanese AMS, alterna brani che vedono Bambi presente come coautore, un altro registrato anni fa dove canta e suona la chitarra, e nuove composizioni che spaziano dal blues all'hard prog, alternando momenti acustici con l'utilizzo degli archi. "STORIE DI UN'ALTRA CITTA' - spiega Cassinelli -nasce dall'esigenza di creare un ponte musicale tra i due album più rappresentativi dei Garybaldi, NUDA e ASTROLABIO. E poi anche dal fatto che dopo la scomparsa di Bambi volevamo che la nostra musica continuasse ad essere eseguita dal vivo, alimentando quelle emozioni che percepiamo quando suoniamo per il nostro pubblico. Quindi ho pensato di formare una nuova band che fosse in grado di proporre una musica più attuale e nello stesso tempo potesse riportare sul palco le emozioni dei vecchi Garybaldi. Abbiamo registrato un album che, pur mantenendo le radici del buon vecchio rock, si avvale di arrangiamenti più complessi, con l'inserimento di sonorità a volte sperimentali, a volte più sinfoniche. I brani sono stati scritti da me e dal tastierista Jon Morra, con l'aiuto del bassista - contrabbassista Alessandro Paolini. La formazione attuale è la seguente: Maurizio Cassinelli – batteria, percussioni e voce; Jon Morra - tastiere e voce; Alessandro Paolini - basso e contrabbasso; Davide Faccioli - chitarre; Marco Biggi - batteria". (Fonte Guido Bellachioma)

(La nuova formazione dei Garybaldi)


CAP & ALVARO FELLA
Alvaro Fella è il cantante e front-man dei milanesi Jumbo: tre album in soli due anni, un crescendo che li ha portati dall'esordio con reminiscenze beat e r&b ai riconoscimenti ottenuti per i testi di DNA (1972), fino al clamoroso VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI? (1973), perfetto connubio tra liriche “contro“ e soluzioni strumentali all'avanguardia. La sua recente collaborazione con i CAP di Maurizio Venegoni ha portato alla pubblicazione di CORAGGIO E MISTERO, uscito il 20 ottobre per l'etichetta BLACK WIDOW. "La collaborazione è iniziata quattro anni fa, quando ho ricevuto un messaggio su facebook da Maurizio Venegoni, leader del gruppo, che mi chiedeva se fosse possibile una collaborazione per riproporre dal vivo alcune cover di prog italiano. La mia risposta è stata: “Perché non facciamo dei brani dei Jumbo?” Così hanno preparato Suite per il Sig. K e Miss Rand (dall'album DNA), ci siamo dati appuntamento in studio e in un paio d'ore i brani erano pronti: sono rimasto veramente stupito della cura con la quale li avevano preparati. Abbiamo iniziato a fare dei concerti insieme in cui, accanto al loro repertorio, c'era questa parentesi dedicata alla musica dei Jumbo". (Fonte Guido Bellachioma)

(Cap, Consorzio Acqua Potabile e al centro Alvaro “Jumbo” Fella)


USCITO IL NONO NUMERO DI PROG
Brian Eno, Robert Fripp, Franz Di Cioccio, Corrado Rustici, i segreti di Atom heart mother dei Pink Floyd, Perigeo, Alvaro “Jumbo” Fella, Jenny Sorrenti,  Garybaldi, Gong, Andy Partridge, Thank You Scientist e tanto altro ancora con uno sguardo non solo al passato, ma anche al presente e, soprattutto, al futuro della musica Progressive.
Tutto questo condensato in una sola parola, anzi due: Prog Italia, nono numero e tanti argomenti.
E cosi il bimestrale diretto da Guido Bellachioma, passo dopo passo, ha  raggiunto l'ennesimo record.
La rivista presenta nuove chicche musicali: si parte dalla tavola rotonda con Robert Fripp del 1973 (ricordiamo che il chitarrista del Re Cremisi ha terminato il tour in Italia), a note di casa nostra con un ricordo di Franz Di Cioccio della Pfm.

(La doppia copertina di Prog Italia n.9 già in edicola dal 18 novembre)

PAROLA A BELLACHIOMA
«Nonostante la situazione editoriale italiana non sia certo florida e anche noi navighiamo a vista -ammette proprio Bellachioma-, i risultati per ora sono confortanti. A brevissimo nuova impostazione del sito di Progressivamente (www.progressivamente.com) con attenzione particolare alle edicole sul territorio. Infine la dedica a un amico che non c’è più, siccome in questo numero c’è un articolo sui nuovi Garybaldi, «Prog» Italia 9 è dedicato a Pier Niccolò Fossati, che di quel gruppo fu anima vera» con Robert Fripp da «Super Sound», N.15, anno II 30 aprile 1973, in occasione del concerto romano del 6 aprile al Palazzo dello sport. L’articolo è stato riproposto esattamente come l’originale, compreso il titolo: “confessioni di un crimson”. Dato che è oggi così raro poter avvicinare Robert Fripp, ci ha fatto ancora più impressione imbatterci in un artista che risponde a tutto campo senza avere troppi problemi.

(Pier Niiccolò Fossati detto Bambi dei Garybaldi)
 
ROBERT FRIPP, ERA IL 1973
Si tratta di una tavola rotonda fatta nel 30 aprile del 1973 e riporoposta cosi' come fu presentata ai lettori di allora di Super Sound, in occasione del concerto romano del 6 aprile di quell'anno al Palazzetto dello Sportdi Roma. “Confessioni di un crimson”, questo il titolo del servizio. «Dato che è oggi così raro poter avvicinare Robert Fripp dichiara Bellachioma-, ci ha fatto ancora più impressione imbatterci in un artista che risponde a tutto campo senza avere troppi problemi». Ma erano altri tempi, oltre 40 anni fa.
 
UN BRANO DELL'INTERVISTA
Quali sono state le tue principali influenze all’inizio della tua carriera?
R.F. – Tutto quello che ho incontrato nella mia vita mi ha influenzato ma niente in particolare: i miei genitori, mio nonno, la natura…
Che tipo di musica preferisci ascoltare?
R.F. – Quando non suono preferisco ascoltare, ritirandomi in campagna, la musica del vento, il canto degli uccelli… in generale la voce della natura, che può darci le migliori ispirazioni, se sappiamo ascoltare sintonizzandoci sulla giusta lunghezza d’onda. A volte preferisco la musica classica, in particolar modo Liszt e Béla Bartók di cui amo soprattutto le parti per violino.
Hai ascoltato a Londra il concerto della Premiata Forneria Marconi?
R.F. – Non ho assistito al concerto, però mi è capitato di ascoltarli: sono ottimi strumentisti, ho apprezzato la loro musica… l’ho riconosciuta.........

(Robert Fripp negli anni '70)


FRANZ DI CIOCCIO, LA PFM GUARDA FUORI CONFINI
All'interno di Prog Italia 9 anche una particolare attenzione al sound italico con la Pfm. Testimonianze d'autore di Franz Di Cioccio che in questa intervista parla dell-esportazione della musica italiana fuori confini.
«Il nostro suono aveva radici italiane ma guardava anche fuori. Pensavamo di essere all’altezza dei gruppi stranieri e di potercela giocare alla pari sul loro campo, Inghilterra e Stati Uniti in primis. Ce lo dicevano tutti. E noi ci credevamo. Siamo il gruppo italiano che ha fatto più concerti di spalla agli artisti internazionali nei primi anni 70, d’altronde li organizzava Franco Mamone, che, fortunatamente, era il nostro manager, numero uno dei promoter di allora. Siamo andati in tour con gli Yes, Uriah Heep e Deep Purple, i primi che mi vengono in mente… li abbiamo “annusati” nel loro ambiente musicale, non solo sul palco, e tutti ci hanno fatto crescere. Anche la Premiata, quando aumentò la sua popolarità, portò dal vivo altri gruppi, che così ebbero un pubblico più ampio per proporre la propria musica: Arti & Mestieri, Acqua Fragile etc. In giro con gli Yes mi chiedevo: “Come fa la batteria di Bill Bruford ad avere quel suono?”. Andai a controllarla: era esattamente come la mia, solo che il loro impianto audio era stratosferico e faceva la differenza. Gli Yes, come tanti altri, avevano investito in un fattore che noi non avevamo ben valutato, di cui ancora non avevamo capito l’importanza. Pensai: “Se loro hanno un impianto pazzesco dobbiamo averne anche noi uno simile!”».


(Franz Di Cioccio della Pfm)

PAROLA A BRIAN ENO
Spazio anche agli autori di peso come Brian Eno in occasione della pubblicazione del suo nuovo album solista: The Ship
Una delle novità più clamorose del disco è che torni a cantare. Che cosa ti ha portato a prendere questa decisione?
«Ho sempre creduto che il canto necessitasse di una struttura fatta di accordi e ritmo, il che è antitetico all’estetica ambient. Ma a un certo punto ho pensato: “Perché non provare a sovrapporre le due cose (intanto mette una mano sull’altra) e vedere cosa succede?”. E ha funzionato! C’è da dire poi che inserire delle parti di testo cantate espone l’artista a quell’intricato labirinto che è l’interpretazione delle parole; le persone credono infatti che in una canzone il testo sia la cosa più importante. Ma nel mio caso non è assolutamente vero. È quello che non sopporto dei fan: credono che chi scrive i testi parli continuamente di se stesso. Ovviamente non è così. È una cosa che nessuno darebbe per scontata in altre forme d’arte. Shakespeare non credeva di essere Amleto o il re Lear. Erano solo dei personaggi che rappresentavano un determinato sistema di valori».
 
Robert Fripp ha detto una volta, a proposito di te e David Bowie, che la chiave della creatività era “divertirsi, suonare e ridere”…
«Il concetto di “gioco” è fondamentale. Tutti sappiamo che i bambini devono giocare con gli oggetti per comprenderne l’utilizzo. Quello che dice Robert è vero: quando lavoravamo insieme, ridevamo tutto il tempo. David e Fripp erano due persone davvero divertenti. Ho incontrato Robert proprio l’altro giorno: è venuto a sentire THE SHIP (ride). Mi ha detto: “Brian, davvero, nessun altro può rendere così significativo il passaggio da una tonica a una sottodominante”. È un tipico commento ‘alla Fripp’.....».

enzo.vitale@ilmessaggero.it
su Twitter @enzotvitale

© RIPRODUZIONE RISERVATA