Debutto da attore per Dino Zoff, interpreta se stesso nel film "Basta poco"

Dino Zoff insieme al cast di "Basta poco" (mymovies.it)
di Giacomo Perra
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Mercoledì 22 Aprile 2015, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 15:33
Di certo non si sarà trovato a suo agio come tra i pali di una porta. Difficile, però, pensare che non se la sia cavata. Un mito, d’altronde, è sempre un mito, anche in una veste totalmente inedita. Sarà forse anche un po’ per questo allora che, smessi per qualche ciak i panni di opinionista sportivo - quelli di leggenda invece li ha indossati anche questa volta -, Dino Zoff ha sorpreso tutti accettando di debuttare da attore. Il capitano della Nazionale campione del mondo a Spagna ’82, infatti, è la punta di diamante del cast di “Basta poco”, simpatica commedia del toscano Andrea Muzzi in uscita il prossimo 30 aprile.



“Sono felice di aver fatto questo film e spero solo che vada bene in sala. Ho detto sì a Muzzi perché ho subito capito che era una persona per bene. Ma una cosa è certa: non mi piace rivedermi sullo schermo come non mi piaceva farlo anche con le partite fatte meglio”, ha spiegato Zoff nella conferenza stampa di presentazione della pellicola.



Per “Super Dino” la prova d’attore non è stata comunque una delle più difficili: l’ex c.t. azzurro, infatti, ha interpretato il ruolo di sé stesso in un piccolo ma importante cameo. A chiamarlo in causa nella storia è il protagonista della vicenda, il disoccupato e quarantenne Sergio, (Muzzi), che, tra le varie incombenze della sua agenzia “Felici & contenti” e le chiacchiere con l’amico e socio Fulvio (Massimiliano Galligani), si troverà a dover accontentare il figlio, a cui ha promesso di presentare proprio il mitico “porterone”.



“Oltre ad essere un campione di sport, Dino è un campione di umanità. È stato bellissimo averlo sul set”, ha affermato Andrea Muzzi. “Da subito il film era stato costruito pensando a Zoff. Poi il produttore mi ha chiesto: ma Dino lo sa? No, ho risposto. Nel momento in cui abbiamo dovuto scegliere un mito, un uomo che rappresentasse i valori sportivi sani e che avesse un impatto di affidabilità e concretezza, non ce ne erano altri”.