Stupro Catania, la confessione di un egiziano al rientro in comunità: «È successo qualcosa di grave». Gip dispone il carcere per 3 minori

Lunedì 5 Febbraio 2024, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 22:11


Il racconto

Ed è un racconto al vaglio degli investigatori. Il giovane sostiene di avere assistito alla scena. Guardava i due coetanei che violentavano, alternandosi, la tredicenne sotto gli occhi del fidanzato che altri avevano immobilizzato. Anche se le cose fossero davvero andate così come riferisce, il diciottenne risponde comunque dello stesso reato. Di certo la collaborazione potrebbe incidere sulle sue sorti giudiziarie. Lo dimostra il fatto che è l'unico dei maggiorenni arrestati a cui sono stati concessi i domiciliari, mentre tutti gli altri sono in carcere.
Al suo arrivo in Sicilia era un minorenne non accompagnato. Compiuti 18 anni ha ottenuto il permesso di soggiorno (come anche il secondo dei sette indagati ospite della comunità). Stava svolgendo un tirocinio nel settore dell'edilizia ed era in attesa di conversione del permesso di soggiorno in permesso studio-lavoro (art.32 Testo unico Immigrazione) Il 19enne, era già titolare di un permesso secondo l'articolo 13 della legge Zampa ("Misura di lungo periodo per l'integrazione"), si trova a Catania dalla seconda metà del 2022, e lavorava per una impresa edile legata ad una comunità di Acireale. «Poche ore dopo anche l'altro ragazzo ospite è arrivato dai carabinieri», racconta il legale. I militari lo avevano già individuato e convocato. Sapeva, dunque, che lo stavano cercando, a differenza del primo ragazzo che non era stato ancora identificato. Anche il diciannovenne avrebbe detto di essersi limitato a guardare. Non ha preso parte allo stupro di Villa Bellini. Né abusando della povera vittima, né bloccando e minacciando il fidanzato.

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