Isabella Ferrari, dal primo provino ai film con Sorrentino: curiosità, carriera e vita privata dell'attrice ospite stasera a Belve

Martedì 24 Ottobre 2023, 14:17

Il primo provino

Sempre al Corriere della Sera, l'attrice ha raccontato gli inizi della sua carriera: «Mia madre decise tutto per me. Non lo sognavo per niente di fare l'attrice, anche perché non ne ho avuto il tempo. Lo sognava mia madre. Nella clinica in cui ero nata le avevano detto “è nata un’attrice” e lei aveva finito per crederci. Dalla stalla che avevamo in campagna desiderava di andare verso le stelle. Ha puntato tutto su di me, senza chiedermelo. La mia adolescenza è stata spezzata in due: nella prima parte frequentavo i concorsi di bellezza accompagnata da lei, nella seconda ero già a Roma, famosa. Vinsi due o tre concorsi, diventai Miss Teenager, incisi persino un disco, "To be or non to be", ma ero stonata e non sapevo cantare».

Sul primo provino ha poi detto: «La prima volta che sono andata a Roma è stato per fare il provino di Sapore di mare. Carlo Vanzina, un gentiluomo che mi ha sempre fatto sentire protetta, mi aveva visto nella sigla di un programma. Il vento scompigliava i capelli, i primi piani erano stupendi. Parlammo. Mi fece domande semplici: sui miei amici e su cosa avrei voluto fare nella vita. Mi propose di fare il film come se fosse un gioco, ma tutto ciò che è arrivato dopo non me lo sarei mai potuta immaginare. Io pensavo di tornare a Piacenza. All’epoca andavo avanti e indietro con Milano per frequentare la scuola interpreti. Con la mia tessera ferroviaria da pendolare partivo la mattina e tornavo a casa la sera. Mi offrirono quattro film più o meno tutti uguali a Sapore di mare. Non avevo neanche un agente. Li feci e mi comprai una casetta perché per me la cosa più importante all’epoca era avere una sicurezza, rintanarmi, nascondermi, poi ebbi una crisi di rigetto. Non mi sentivo un’attrice, non avevo fatto una scuola, non avevo più voglia di stare dentro a quel meccanismo: mi venne un esaurimento e mi diedero delle medicine per superarlo. I miei si preoccuparono e mi portarono in montagna».

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