Donna malata di tumore si toglie la vita con suicidio assistito, è il secondo caso in Italia. L'ultimo messaggio di Gloria: «La vita è bella»

La storia di Gloria, 78enne che si è auto somministrata il farmaco letale nella sua abitazione in veneto

Donna malata di tumore si toglie la vita con suicidio assistito, è il secondo caso in Italia
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Lunedì 24 Luglio 2023, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 10:35

La signora «Gloria», paziente oncologica veneta di 78 anni, è morta ieri alle 10.25: è la seconda persona in Italia ad aver scelto di porre fine alle proprie sofferenze tramite l'aiuto alla morte volontaria, reso legale a determinate condizioni dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019 sul caso Cappato-Antoniani. Lo rende noto L'Associazione Luca Coscioni. «La vita è bella, ma solo se siamo liberi. E io lo sono stata fino alla fine. Grazie», è l'ultimo messaggio lasciato all'Associazione Luca Coscioni dalla donna.

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Paziente oncologica morta con suicidio assistito

«Gloria» è, inoltre, la prima persona nel nostro Paese ad aver ottenuto la consegna del farmaco e di quanto necessario da parte dell'azienda sanitaria. E' morta nella sua abitazione dopo essersi auto somministrata il farmaco letale attraverso la strumentazione fornita dall'azienda sanitaria locale.

La procedura di suicidio medicalmente assistito è avvenuta sotto il controllo medico del dottor Mario Riccio, consigliere Generale dell'Associazione Luca Coscioni, che nel 2006 aveva assistito Piergiorgio Welby ed era stato il medico di fiducia di Federico Carboni, il primo italiano un anno fa ad aver chiesto e ottenuto nelle Marche il 16 giugno 2022 l'accesso alla tecnica.

LE REAZIONI
«In questo momento il nostro pensiero va alla famiglia di "Gloria", al marito, vicino a lei fino all'ultimo istante - hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretaria Nazionale e Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni - Anche se 'Glorià ha dovuto attendere alcuni mesi, ha scelto di procedere in Italia per avere accanto la sua amata famiglia e sentirsi libera nel suo Paese». Per l'Associazione, «le è stata risparmiata una fine che non avrebbe voluto, grazie alle regole stabilite dalla Consulta e grazie alla correttezza e all'umanità del sistema sanitario veneto e delle istituzioni regionali presiedute da Luca Zaia». «Gloria» è la seconda cittadina residente in Veneto, dopo Stefano Gheller, affetto da distrofia muscolare, ad aver ottenuto la verifica delle condizioni per poter accedere al suicidio assistito e il relativo parere favorevole da parte dell'azienda sanitaria e del comitato etico. Mentre in Italia, per quanto se ne abbia notizia, è la quarta volta che accade.

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