È capitato, nella lunga e incresciosa storia che accompagna il cimitero monumentale del Verano, di scoprire come oltre alla distruzione dei loculi, all'imbrattamento delle tombe, alcuni angoli dove riposano sempre i morti fossero stati trasformati in basi di stoccaggio di stupefacenti. Hashish o coca, a volte già suddivisa in dosi, nascosta dietro ai loculi di morti che nessuno ha mai pianto. E all'aberrazione nonché al disagio, che scatta come riflesso incondizionato nel vedere lo sporco e l'abbandono, è scattato lo stupore anche in chi lì non ha sepolto nessun caro. Ma è possibile? Sì, lo è stato e per più di una volta: il cimitero, posto sicuro dove nascondere la droga. Anni e anni di sfascio nascosto dietro ai cancelli e dietro alle mura, alte, che tutto coprono e nascondono, lasciando intravedere solo le cime degli alberi. Ma da venerdì scorso si è iniziato a scrivere una nuova storia che sarà lunga quanto l'epopea forse appena conclusa.
IL PIANO
È partito il recupero del più grande e importante cimitero della Capitale perché da venerdì le squadre Ama deputate al decoro, quelle che si occupano in sostanza della pulizia delle strade di quartiere hanno allargato i loro compiti dopo un accordo tra azienda municipalizzata e II Municipio, iniziando ad intervenire sulla pulizia delle strade perimetrali al cimitero, dentro i lotti portando via l'erba secca, disboscando i vialetti, pulendo laddove possibile tombe e loculi.
IL CRONOPROGRAMMA
Finora una manciata di ettari degli 83 complessivi sono stati trattati e seguendo un cronoprogramma di massima si dovrebbe riuscire a ripulire una prima volta il cimitero entro il prossimo ottobre sempre che gli interventi proseguano con la stessa solerzia. «Il nostro obiettivo e più in generale quello dell'amministrazione - prosegue l'assessore al Verde del II Municipio - è quello di ripristinare una dignità per questo luogo di riposo, migliaia le email di sollecito che abbiamo ricevuto dai residenti e da chi al Verano va a trovare persone care, amici e parenti scomparsi». Al momento è stato possibile però intervenire solo sull'orizzontale, ovvero su strade, vialetti e giardini del cimitero. Poi bisognerà passare alle alberature (il complesso conta migliaia di fusti) che necessitano di essere potate o curate, perché anch'essi come altri alberi di Roma sono stati attaccati dalla cocciniglia. «Bisognerà però aspettare ancora alcune settimane - conclude Fabiano - il II Municipio e l'Ama da soli non hanno la libertà di intervento sulla potatura degli alberi».