La lapide di un bambino morto nel 1972 abbandonata tra rifiuti, vicino a cumuli di plastica, materassi, vestiti logori e sacchi neri di immondizia. È giallo sul ritrovamento di una lastra tombale nelle campagne della zona Landi, appena fuori Genzano, dove allo sconcerto per il gesto oltraggioso, ieri mattina, si è unito la curiosità dei cittadini per la misteriosa scoperta, che ha gettato nello scompiglio amministratori e investigatori.
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Ad automobilisti di passaggio e residenti non poteva sfuggire l'inquietante presenza dell'oggetto funerario in una piccola discarica a cielo aperto: numerose le segnalazioni arrivate alle autorità competenti.
LA LAPIDE
La foto del piccolo è oscurata - probabilmente da chi ha scelto di disfarsene - ma il nome e cognome sono leggibile: Davide Torni, nato il 28 settembre del 1965 e deceduto il 6 agosto 1972, a quasi sette anni. Una bacheca funeraria, corredata da urne poste sotto l'iscrizione con il ricordo lasciato dai genitori, con una tenera dedica per il piccolo: Da mamma e papà. Il tutto lasciato accanto ai contenitori gialli usati per la raccolta dei capi di abbigliamento usati, buttato come un oggetto vecchio, ormai dimenticato. La lapide, che nella tarda mattina di ieri è stata trasportata al comando della polizia locale, è stata certamente rimossa da qualche cimitero, ma, in attesa che la magistratura decida il da farsi, non è stato reso noto ancora il nome della cittadina che accoglieva la tomba del piccolo Davide. «È stata aperta un'indagine di polizia giudiziaria - ha detto Manola D'Amato, comandante della polizia locale di Genzano - E stiamo valutando come procedere. In particolare se porre la lapide sotto sequestro».
LE REAZIONI
Indignato e sconcertato il sindaco Carlo Zoccolotti, che ha affermato di voler dare, insieme alle forze dell'ordine, un nome ai colpevoli. «Non è una ricerca semplice - aggiungono dalla sede della polizia municipale - il decesso è avvenuto tanto tempo fa e gli stessi familiari potrebbero non essere più in vit». La ferita è profonda per tutti per l'atto dissacrante e per il naturale sentimento di cura e tenerezza verso i luoghi della memoria. Tanto più che non è la prima volta. Genzano, lo scorso anno, era stata teatro di un altro macabro ritrovamento: numerose bare, alcune addirittura aperte, erano finite in una scarpata sul lago di Nemi. Della vicenda si occuparono a lungo i vigili del fuoco, i carabinieri e il Servizio di igiene e sanità pubblica della ASL Rm6 su disposizione del magistrato della Procura di Velletri. Oggi si torna di nuovo a parlare di cimiteri e tombe violati.